Ordigno davanti alle poste di Castelletto: arrestato un anarchico
di Michele Varì
Tradito da un guanto abbandonato. L'attentato contro la compagnia aerea usata per rimpatriare i migranti
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I carabinieri del Ros di Torino hanno individuato ed arrestato un anarchico ritenuto responsabile dell'attentato esplosivo avvenuto davanti all'Ufficio postale via Colombo a Castelletto, a Genova, l'8 giugno del 2016.
L'uomo voleva fare esplodere un bancomat per colpire le Poste, accusate di collaborare "alla macchina delle espulsioni" con la compagnia aerea "Mistral Air" utilizzata per il rimpatrio degli immigrati clandestini, ma è stato tradito da un guanto abbandonato di fronte all'ufficio postale.
Si tratta di Giovanni Bruna, 49 anni, originario di Agrigento e trapiantato a Ferrara, ma che nei giorni dell'attentato era alloggiato nel centro storico di Genova. L'uomo è stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere a Pavia, dov'è recluso dallo scorso maggio per i plichi esplosivi inviati da Genova a due magistrati torinesi ( Antonio Rinaudo e Roberto Sparagna) e al direttore del Dap (Dipartimento amministrazione penitenziaria). Con lui in quell'occasione era finiti in galera altri due anarchici, Robert Firozpoor, 23 anni, di origine iraniana e infermiere nel Modenese (ora scarcerato) e - secondo gli investigatori - attivo nel Laboratorio libertario Ligera di Modena, e Natascia Savio, 35enne, torinese, localizzata in Francia nei pressi di Bordeaux, dove stava svolgendo lavori stagionali nel campo della viticoltura.
Gli inquirenti ipotizzano che i due possano essere stati suoi complici anche nell'attentato di Castelletto, ma è solo una possibilità al vaglio ancora senza elementi di supporto.
L'azione nell'ambito della campagna annunciata dagli anarchici a fine 2015 'I cieli bruciano' contro i Cpr, Centri di permanenza per il rimpatrio. Bruna è accusato di fabbricazione e porto di ordigno esplosivo.
Da rimarcare che ormai da anni lo Stato italiano non si serve più di quella compagnia aerea per rimpatriare i clandestini.
L'ordigno di Castelletto era stato sistemato sullo sportello del postamat e non esplose, a detta degli inquirenti, forse per un'anomalia tecnica, probabilmente perchè durate il trasporto venne danneggiato durante un urto. Il provvedimento scaturisce da un'indagine svolta dai Ros (il raggrupamento speciale dei carabinieri) nei confronti degli anarchici più radicali che gravitano nel nord ovest, in particolare fra Torino e Genova.
L'arresto è avvenuto grazie all'esecuzione di un provvedimento di custodia cautelare emesso dal gip del tribunale di Torino.
Nelle scorse settimane a pochi metri dall'ufficio postale di Castelletto è stata data alle fiamme l'auto del console della Turchia a Genova preso di mira per l'offensiva aperta da Erdogan al popolo curdo in territorio siriano: anche in questo caso le indagini sono puntate su attivisti dell'area anarchica e antagonista.
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