Coronavirus, perché in Italia così tanti contagi e nel resto d'Europa no?
di Redazione
Nel nostro Paese più controlli e più tamponi. Tutti i dati sui test
Una domanda che ci stiamo ponendo tutti in questi giorni è “perché in Italia ci sono così tanti casi e nel resto d’Europa no?” La risposta, dati alla mano, è abbastanza semplice: in Italia stiamo facendo più controlli e più tamponi.
Come spiega il noto virologo Roberto Burioni, questa improvvisa crescita dei casi positivi al test del coronavirus è da attribuire alle misure messe in atto dal Governo per evitare il dilagare dell’epidemia: «Se qualcosa non si cerca, non si trova. Se qualcosa si cerca, si trova. Tracciare i contatti di chi è già positivo, infatti, avrà come inevitabile conseguenza il fatto di trovarne degli altri ma, allo stesso tempo, permetterà di proteggere un numero esponenzialmente più altro di nostri concittadini (di noi stessi!) dal rischio del contagio», ha spiegato Burioni sul suo blog Medical Facts. «Sappiamo quanto SARS-CoV-2 sia infettivo - scrive-. Sappiamo inoltre anche quanto sia subdola ed efficiente la modalità di contagio, che avviene quando chi ha già l’infezione non manifesta sintomi evidenti».
Dunque perché la diffusione in Europa risulta minima? Non tutti i paesi europei hanno diffuso i dati su quanti test sono stati eseguiti, quindi non è semplicissimo fare un confronto.
In Italia, secondo i dati riferiti martedì sera da Angelo Borrelli, capo della protezione civile e commissario straordinario per l’emergenza coronavirus, sono stati fatti in totale 9462 tamponi, e si contano 374 contagiati e 12 vittime.
Nel Regno Unito, dove ci sono stati 13 casi di contagio (di cui 8 già guariti), i dati diffusi dal ministero della Salute britannico dicono che alle 14 del 24 febbraio erano stati fatti 6.536 test, di cui 6.527 risultati negativi. Alcuni dei contagiati erano passeggeri della nave da crociera Diamond Princess, ed erano stati testati in Giappone. I laboratori inglesi nel loro insieme sono in grado di analizzare i tamponi di più di mille persone al giorno.
In Francia, in base ai dati del 23 febbraio, sono state sottoposte al test 475 persone, di cui 453 risultati negativi e 10 ancora in attesa di esito. 12, ad ora, i casi di contagio, di cui 11 guariti e un decesso.
In Germania 16 contagi (14 guariti) e in Spagna 4 contagi (2 guariti); in entrambe le nazioni non sono stati diffusi numeri relativi ai test effettuati e vengono sottoposti al tampone solo le persone che manifestano chiari sintomi o che sono state nelle aree rosse.
Negli USA, che contano 53 casi (14 sul territorio e 39 rimpatriati da Wuhan e dalla Diamond Princess), sono stati fatti 426 test in un mese. Il rapporto tra tamponi fatti e casi positivi comunque non è tanto differente da quello francese.
In Italia invece si è scelto di percorrere una strada diversa: i tamponi sono stati eseguiti anche a persone asintomatiche. La Regione Lombardia ha ordinato mezzo milione di nuovi tamponi, la regione Veneto ne ha richiesti 100 mila, di cui 30mila sono in arrivo in settimana. Da oggi verrano fatti i tamponi solo a pazienti sintomatici.
Per avere un raffronto, in Corea del Sud (977 contagi) sono stati eseguiti 13000 tamponi solo lunedì e quasi altrettanti ieri.
Ultimi dati OMS (Fonte: Health Emergency Dashboard, 26 febbraio, ore 6.00 CET)
Globale
- 80980 casi confermati per il nuovo coronavirus (Covid-19) nel mondo dall'inizio dell'epidemia *
- 2762 morti
Cina
- 78190 casi confermati clinicamente e in laboratorio
- 2718 morti
Altri Paesi
- 2790 casi confermati in 34 altri Paesi
- 44 morti
* Avviso: i dati OMS includono dal 17 febbraio i casi confermati in laboratorio e quelli clinicamente diagnosticati (attualmente applicabili solo alla provincia di Hubei-Cina).
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