Piciocchi: "Il Palasport era un set da film horror, oggi la sinistra si accorge che l'abbiamo ristrutturato"

di M.C.

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Il vicesindaco e candidato sindaco del centrodestra difende il ruolo della sua coalizione nella riqualificazione dell’impianto e attacca gli avversari politici

Piciocchi: "Il Palasport era un set da film horror, oggi la sinistra si accorge che l'abbiamo ristrutturato"

Il vicesindaco reggente di Genova e candidato del centrodestra alle elezioni comunali del 25 e 26 maggio, Pietro Piciocchi, rivendica pubblicamente il merito della rinascita del Palasport, storica struttura sportiva cittadina chiusa da anni, accusando le forze di centrosinistra di averne ostacolato per lungo tempo il recupero.

Critiche politiche – Secondo Piciocchi, «c’è chi oggi si sveglia e scopre che il Palasport è un patrimonio per tutta la città», ma dimentica che «per anni la sinistra ha fatto di tutto per impedirne il recupero». Il vicesindaco ha evidenziato come l’ostilità manifestata verso l’acquisto dell’impianto da parte del Comune abbia rappresentato un freno decisivo, sottolineando che senza quel passaggio oggi Genova non avrebbe alcuno spazio da offrire allo sport e alle società dilettantistiche.

Condizioni iniziali – Il Palasport, rimasto chiuso dal 2014, era stato trovato in condizioni estremamente critiche: «Un set da film horror», lo definisce Piciocchi, citando la mancanza di agibilità, la situazione strutturale compromessa e l’abbandono generale dell’area.

Ruolo del centrodestra – Piciocchi attribuisce al centrodestra il merito del recupero dell’impianto, grazie a un lavoro che definisce «instancabile» e che avrebbe comportato «energie e tempo spesi su un progetto che oggi consente di restituire alla città uno spazio essenziale».

Valore sociale – Il vicesindaco conclude sottolineando il valore pubblico del Palasport: «Non è solo sport, è funzione sociale, è spazio di comunità, è orgoglio genovese». E lancia un messaggio agli avversari politici: «Chi ha lasciato crollare il Palasport oggi prova a salire sul carro, ma i cittadini sanno bene chi ha restituito alla città questo luogo».

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