Ponte Morandi, i giudici del Riesame: "Report falsi sulle ispezioni e sulla sicurezza"
di Redazione
"Controlli omessi e lacunosi al fine di risparmiare sulle spese e sull'aumento degli utili. Falsità che mantenevano anche il Mit nell'ignoranza"
Per il ponte Morandi vennero redatti falsi report sulle "ispezioni, sulla valutazione di sicurezza richiesta dall'ordinanza del presidente del Consiglio e sulle verifiche di sicurezza antisismiche". Lo scrivono i giudici del Riesame nelle motivazioni alla revoca dei domiciliari a Paolo Berti, ex direttore Operazioni centrali di Aspi, disponendo l'interdittiva per 12 mesi. In più "è stato artatamente inquadrato come intervento locale il progetto di retrofitting (il rinforzo delle pile 9, quella caduta, e la 10), con elusione dei controlli e avallando affermazioni inveritiere".
"E' eclatante - sottolineano i giudici del Riesame - la connessione qualificata tra tutte le indagini (dal crollo del Morandi, ai falsi report sui viadotti passando per le barriere e la manutenzione delle gallerie oltre alla tentata truffa), tutti riguardanti omessi e lacunosi controlli, con le correlate manutenzioni sulle strutture autostradali, al fine di risparmio sulle spese e di aumento degli utili da distribuire, con ovvio riconoscimento di rilevanti incentivi economici ai dirigenti che li permettevano - concludono -, il tutto in totale spregio della sicurezza degli utenti delle autostrade".
"Le condotte di dissimulazione e falsità", poste in essere dalla vecchia dirigenza di Aspi, "erano destinate anche a mantenere il ministero delle Infrastrutture nell'ignoranza circa lo stato effettivo del patrimonio autostradale". Lo scrivono i giudici del Riesame.
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