Ponte Morandi, incidente probatorio: i legali chiedono il rinvio ma si prosegue
di Alessandro Bacci
I legali hanno chiesto un rinvio di 15 giorni, i parenti delle vittime: "Vogliono cercare di far diventare questo processo eterno"
Il giudice delle indagini preliminari Angela Nutini è entrata in camera di consiglio per decidere sulle eccezioni sollevate da alcuni legali delle difese in occasione dell'avvio dell'incidente probatorio sulle cause del crollo del ponte Morandi. I legali hanno sollevato eccezioni sul mancato deposito e messa a disposizione dei file sorgenti del software usato per i calcoli del tiraggio. I legali hanno chiesto un rinvio di 15 giorni. Dopo minuti di attesa è arrivata la decisione: l'incidente probatorio può proseguire. Il giudice per le indagini preliminari Angela Nutini ha disposto il deposito e l'acquisizione del software usato dai periti per il calcolo del tiraggio del trefolo. Il giudice non ha rinviato l'udienza facendo cominciare subito la relazione e discussione sulla prima parte della perizia. Il software verrà consegnato entro venerdì e gli avvocati potranno studiarlo.
I legali delle difese "come previsto stanno cercando di dilatare ulteriormente i tempi, aspetteremo cosa deciderà il giudice oggi pomeriggio. Le cause sono chiare, la loro strategia anche: vogliono cercare di far diventare questo processo eterno, ma noi sappiamo che le responsabilità passano dalla loro parte e che il Morandi è crollato e alcune persone sono state trucidate. Il tempo è dalla nostra, vedremo cosa deciderà il giudice oggi pomeriggio". E' il commento di Emmanuel Diaz, fratello di Henry, una delle 43 vittime del ponte Morandi, commentando il rinvio chiesto in avvio del secondo incidente probatorio sul crollo.
Si tratta di una vera e propria anticipazione della prova con tanto di contradditorio tra le varie parti. Il secondo incidente probatorio serve a stabilire le cause che hanno provocato la tragedia. Il primo, che si era concluso lo scorso luglio, aveva cristallizzato lo stato del viadotto, in base ai reperti, al momento del crollo. La procura ha iscritto nel registro degli indagati 71 persone tra ex dirigenti e tecnici di Autostrade e Spea (la società che si occupava delle manutenzioni) e dirigenti del ministero delle Infrastrutture e del provveditorato, oltre alle due società. Le accuse, a vario titolo, sono di omicidio colposo plurimo, crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso, omissione d'atti d'ufficio, rimozione o omissione dolosa di cautele contro infortuni sul lavoro. Oggi parleranno i periti del gip che illustreranno la relazione depositata a fine dicembre. Nel documento, i super esperti hanno sottolineato che già l'ingegnere Morandi aveva messo in luce una serie di difetti di esecuzione del progetto ma, soprattutto, avevano indicato nella mancanza di manutenzione la causa del crollo.
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