Ponte Morandi, le storie dei cani soccorritori: "Era peggio di Amatrice e Rigopiano"
di Fabio Canessa
A San Rocco di Camogli la premiazione dei quattro zampe che hanno salvato vite umane
Il 14 agosto 2018 a Genova sono arrivati nuclei cinofili da tutta Italia, e in particolare dalla Toscana. Tra gli altri cani premiati ci sono Allyson, Aurora, Foglia, Maya, Ombra, Raya, Yara e Zara.
L'ispettore Benedetto Catania, che coordina tutte le 43 unità cinofile del Corpo intervenute, descrive il disastro paragonandolo forse solo alla tragedia di Rigopiano dove lui stesso intervenne con la sua Maya. Lì, però, sebbene la slavina avesse spostato l’albergo di decine di metri, si poteva fare riferimento alla piantina. Qui invece uomini e cani erano completamente al buio, non sapendo neppure il numero delle persone coinvolte. Un raggio di azione limitato, ma un’enorme devastazione, con pilastri giganteschi precipitati come castelli di carta, macerie ammassate le une sulle altre.
La zona è stata suddivisa in quattro siti operativi dove la ricerca si è ripetuta a turni di due ore per 24 ore consecutive. In pratica otto cani operavano in contemporanea sui quattro siti, dandosi il cambio ogni due ore. Si sono trovati a lavorare in un ammasso di tondini di ferro, come lance puntate sui loro corpi, e tutti i 43 cani-pompiere potevano rimanere seriamente feriti in qualsiasi momento.
"Da uno scenario fortemente critico sono emerse capacità operative e professionalità di tutti, uomini e animali", afferma l’Ispettore Catania. "Se i nostri cani potessero parlare, direbbero di essersela vista brutta questa volta, perché neanche Amatrice e Rigopiano li avevano messi così alla prova, ma direbbero anche che sono pronti, già da domani, a ripartire per salvare delle vite umane".
E poi ancora la storia di Night Spirit, pastore australiano di 7 anni della polizia di Genova che si trovava quasi per caso nelle vicinanza del viadotto per una perquisizione antidroga insieme al collega Cora. Night Spirit e la sua conduttrice Laura Bisio hanno trovato nei primi terribili minuti cinque corpi senza vita, ma anche l'autista di un mezzo pesante precipitato insieme al viadotto, e di seguito altre cinque persone, tutti miracolosamente ancora vive.
Non da meno i cani del soccorso alpino piemontese (Bagor, Bolt, Harida, Nina, Sky, Yankee e Zari), specializzati in soccorsi su valanghe in ambito montano, che hanno aiutato quelli dei vigili del fuoco. E poi Gino e Macchia, fratelli in forza ai carabinieri forestali della Lombardia, che hanno operato fino allo stremo delle forze. E infine Bud, il cane della protezione civile ligure, rimasto sul posto per tutto il giorno col suo conduttore anche se non abituato a interventi di questo tipo.
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