Ponte PerGenova, Conte: "Cantiere simbolo dell'Italia intera"
di Eva Perasso
Il premier alla cerimonia di varo: "Genova ci insegna che il più grande atto d'amore che noi dobbiamo a noi stessi è nel ripartire insieme"
Alle ore 11,59 del 28 aprile suona la sirena del cantiere del nuovo ponte, a chiusura della cerimonia di varo dell'ultimo impalcato.
A chiudere le dichiarazioni delle autorità è il presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte: "Siamo consapevoli che questa ferita non potrà essere completamente riemarginata. Non dimentichiamo il dolore di questa città e siamo consapevoli che i giudizi di responsabilità non si sono ancora completati e devono completarsi".
"C'è un progetto reale che giunge a completamento. Qualcuno ha parlato di miracolo. C'è il lavoro di tanti qui, questo progetto si compie oggi in estrema rapidità perché l'autorità pubblica ha fatto il suo dovere, ci sono stati i progettisti, vorrei ricordare Renzo Piano, che ha disegnato il ponte gratuitamente. Chi aveva possibilità di partecipare al progetto lo ha fatto. Dobbiamo ringraziare tutti, ciascuno ha fatto il proprio compito".
"Questo è un cantiere simbolo per l'Italia intera. Dell'Italia che sa rialzarsi, che si rimbocca le maniche, che non si lascia abbattere, non si lascia sopraffare neppure da una tragedia così dolorosa, che mette insieme le proprie competenze, spirito di sacrificio, senso di dovere e responsabilità. Ciascuno fa la propria parte e porta a casa un risultato straordinario. Quelle immagini hanno fatto il giro del mondo, quel crollo fu impressionante. Ora a fare il giro del mondo saranno le immagini della tecnologia, della maestria, della creatività e abnegazione italiana. Genova ci offre un modello per l'Italia intera. Questa suturazione della ferita che abbiamo qui sopra di noi giunge uin un momento di particolare emergenza. Oggi non può essere giorno di festa perché origina dalla tragedia. Oggi però dalla città della lanterna si irradia una nuova luce sull'Italia intera".
"Genova ci insegna che il più grande atto d'amore che noi dobbiamo a noi stessi e all'Italia intera è nel ripartire insieme, nell'impegnarci e prenderci per mano, farci forza l'un l'altro, mostrarci solidarietà ma soprattutto sul presupposto che ciascuno faccia quello che sa che deve fare. Se lavororemo in questo modo avremo coraggio e determinazione, avremo una direzione da inseguire, non ci fermeremo ad additare nemici ma avremo affetti da proteggere e sostenere. Questa comunità ha saputo riprendere il cammino e dopo il buio può riprendere la luce. Una luce che dà speranza all'Italia intera".
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