Porto Rapallo, le mani della camorra sulla gestione dei rifiuti post mareggiata
di Redazione
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L'inchiesta, che vede già 10 indagati, passa nelle mani della Direzione Distrettuale Antimafia
Continuano ad addensarsi nubi burrascose sullo smaltimento dei rifiuti dopo la mareggiata che, lo scorso ottobre, ha distrutto decine di yacht nel porto di Rapallo. Adesso ci sarebbe anche l'infiltrazione della camorra, con le indagini che sono passate alla Direzione Distrettuale Antimafia, a cui è stato applicato anche il pm Andrea Ranalli della Procura di Genova. L'ipotesi di reato è traffico illecito organizzato di rifiuti.
Fra le dieci persone già iscritte nel registro degli indagati, insieme all'ad della società che gestisce la struttura Andrea Dall'Asta, alla direttrice Marina Scarpino e al responsabile della sicurezza Mirko Melzani, anche un imprenditore campano, Pasquale Capuano, oggi gestore del centro di smaltimento di Carrara. L'uomo, 61enne e originario di Giugliano, nello scorso mese di aprile era stato fermato per il tentato omicidio dell'ex-gestore dei cantieri navali di Baia, nei pressi di Napoli ed ora sarebbe coinvolto anche nell'inchiesta sullo smaltimento dei rottami post mareggiata.
Restano invece in capo alla Procura di Genova le altre due inchieste aperte sul porto Carlo Riva: quella aperta per il presunto crollo colposo della diga e per attività che avrebbero creato pericolo di naufragio e quella sul rientro degli yacht presso gli approdi provvisori allestiti all'interno del porto. La prima a carico d'ignoti e la seconda che vede indagati Marina Scarpino e Andrea Dall'Asta.
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