Portofino, il parroco di San Martino: "La chiesa rischia di franare, fermate quei lavori"
di Redazione
La Parrocchia ha depositato presso il Tribunale di Genova una “denunzia di nuova opera". Il progetto prevede la costruzione di due ascensori e una galleria

Un’importante opera di sbancamento in un terreno fragile rischia di compromettere
l’integrità strutturale della Chiesa di San Martino a Portofino.
È quella che dovrebbe iniziare per lo scavo di due gallerie e la posa di due ascensori
interrati in altrettanti immobili a ridosso della Parrocchia, uno nella proprietà di Vittorio
Malacalza e Carmelina Bellocchio, l’altro nell’ex asilo comunale, entrambi in salita San
Sebastiano con accesso in via Duca degli Abruzzi.
Così la Parrocchia ha depositato presso il Tribunale di Genova una “denunzia di nuova opera”, ai sensi dell’art. 1171 del Codice Civile. Atto espressamente autorizzato dalla Curia Vescovile di Chiavari con Decreto del 30 dicembre 2021.
"L’obiettivo è impedire un’operazione che potrebbe determinare un serio pericolo di
danneggiamento della chiesa - fanno sapere dalla parrocchia - oppure a consentirla se, con le cautele indicate dalì Tribunale, l’opera possa essere realizzata senza rischi per l’edificio sacro. Una perizia affidata ai geologi Rosa Maria Di Maggio e Gianni Santus, commissionata dal Parroco di Portofino, evidenzia come uno dei due ascensori (con relativa galleria di
accesso e garage privato) verrebbe collocato a meno di 6 metri dalla chiesa, struttura che
da anni presenta un diffuso stato lesionativo in evoluzione, ampiamente documentato e
monitorato. Entrambi gli ascensori, inoltre, così come la porzione dell’edificio sacro che si trova in aderenza a via Duca degli Abruzzi (ovvero al piede del versante che verrà scavato per la realizzazione delle opere in sotterraneo), ricadono in un corpo di frana complessa
stabilizzata. In sé l’opera non è avversata dalla Parrocchia, ma a generare forti perplessità sono appunto le modalità esecutive e l’assenza di idonee cautele: l’accertata franosità dei
luoghi e le conseguenti vibrazioni generate dagli scavi potrebbero comportare gravi danni
all’integrità del bene ecclesiastico".
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