Processo Morandi, il pm: "Una bomba a orologeria: si sentiva il ticchettio senza sapere quando sarebbe esploso"
di Marco Innocenti
Nell'udienza preliminare è stato mostrato il video della Ferrometal che riprese in diretta il momento del crollo
"Il ponte Morandi era una bomba a orologeria. Si sentiva il tic tac ma non si sapeva quando sarebbe esploso". Così il pubblico ministero Walter Cotugno che insieme al collega Massimo Terrile sta illustrando, nell'udienza preliminare, i motivi per cui chiederà il rinvio a giudizio dei 59 imputati, oltre alle due società Aspi e Spea, per il crollo del ponte Morandi.
L'accusa ha mostrato in aula il video della Ferrometal che riprese in diretta il crollo dell'infrastruttura. "Togliamo astrattezza alla discussione - ha detto Cotugno - questo è quello che è successo quel giorno". All'inizio Terrile ha sottolineato come Spea, la controllata che si occupava della manutenzione, non avesse indipendenza, la sua dirigenza "era alle dirette dipendenze di Aspi e dell'ex ad Giovanni Castellucci".
"Un livello tale di interferenza che si è continuato a mentire anche dopo il crollo del Polcevera - ha sottolineato il pm - I tecnici hanno continuato a edulcorare i report anche per episodi marginali, come quello di un problema a una pensilina di un casello in A27. I vertici erano consapevoli del rischio crollo, non intervennero accettando il rischio. Nel 2013 viene aumentata la polizza assicurativa, inserendo per il Morandi la specifica voce 'di rischio crollo per ritardata manutenzione'. Si arrivarono a pagare due milioni di euro che sono comunque meno di quanto avrebbero speso per le manutenzioni".
Cotugno parlerà ancora domani e forse anche giovedì, quando chiederà il rinvio a giudizio per i 59 imputati. Poi per tutto marzo sarà la volta dei difensori.
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