Quirinale, dal quorum allo spoglio: come si elegge il presidente della Repubblica
di Redazione
La prima votazione si terrà il 24 gennaio alle ore 15. Da quel momento tutti i senatori, i deputati e i delegati regionali dovranno esprimere la preferenza
Ci siamo. Lunedì 24 gennaio 2022 a Montecitorio iniziano le votazioni per le elezioni del nuovo presidente della Repubblica.
L’assemblea che sceglie il capo dello stato è composta da 1.009 grandi elettori: alle Camere in seduta comune si aggiungono anche 58 delegati eletti dai consigli regionali.
Per eleggere il capo dello Stato, nelle prime tre votazioni, servono almeno 673 voti: all’inizio c’è una soglia molto alta, la maggioranza dei due terzi dell’assemblea. Dalla quarta votazione in poi, però, il quorum si abbassa: basta la maggioranza assoluta, 505 voti. Ed è qui che possono partire i giochi.
La prima votazione si terrà il 24 gennaio alle ore 15. Da quel momento, a blocchi di 50, tutti i senatori, i deputati e i delegati regionali dovranno esprimere, nella segretezza dell’urna, una preferenza.
I 1009 elettori che si riuniranno al Quirinale dovranno tutti esibire il Green Pass, indossare la mascherina FFP2 e rispettare la distanza interpersonale di un metro per poter accedere alla Camera.
I QUORUM. La Costituzione prevede che nelle prime tre votazioni la maggioranza richiesta per l'elezione sia quella dei due terzi dei componenti dell'Assemblea, che questa volta è di 671 voti. Dal quarto scrutinio il quorum si abbassa: per essere eletti basterà la maggioranza assoluta dei componenti dell'Assemblea, pari a 504 voti. Non c'è una prassi certa sulla cadenza delle votazioni; la seduta comune è considerata un'unica seduta anche se si sviluppa in più giorni.
LA VOTAZIONE. Per consuetudine voteranno prima tutti i senatori, poi i deputati e quindi i delegati regionali. La "chiama" dei grandi elettori sarà ripetuta due volte. Ognuno, per assicurare la segretezza del voto, entrerà nelle cabine poste sotto il banco della presidenza e scriverà il nome del candidato che intende votare nella scheda che gli viene consegnata dal commesso e che e' timbrata e firmata dal segretario generale di Montecitorio. Quindi, uscito dalla cabina, l'elettore depositerà la scheda, ripiegata in quattro, nell'urna di vimini e raso verde, ribattezzata "l'insalatiera", davanti alla quale c'è un segretario di presidenza.
LO SPOGLIO. È fatto dal presidente della Camera, che legge in Aula i nomi dei candidati uno ad uno ad alta voce. Il conto delle schede viene tenuto dai funzionari della Camera e dai componenti dell'ufficio di presidenza di Montecitorio, che si assumono il compito di scrutatori. Nel 1992 Oscar Luigi Scalfaro era presidente della Camera e lesse le schede della votazione che lo portò al Quirinale; ma, poco prima che il quorum fosse raggiunto, lasciò il posto al vicepresidente della Camera, Stefano Rodotà, e aspettò il risultato definitivo nel suo ufficio.
I RISULTATI. Per ogni votazione vengono letti all'Assemblea al termine dello spoglio. Per essere messe a verbale, le preferenze ai candidati devono essere almeno due. Chi riceve un solo voto viene conteggiato genericamente tra i voti dispersi.
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