Rissa nel carcere di Sanremo a colpi di bastone, sgabelli e caffettiere
di Marco Innocenti
Le celle restano aperte anche per 8 ore, per dare maggior spazio ai detenuti. La Lega: "Gli agenti devono poter usare il taser"
Una rissa è scoppiata in carcere a Sanremo tra una decina di stranieri, quasi tutti con una condanna definitiva per spaccio di droga. Secondo quanto denunciato dalla Uil Penitenziari, i detenuti si sono affrontati a colpi di bastone, sgabelli e caffettiere. "Le celle sono state aperte per dare maggiore spazio ai detenuti, in orari diversi da quelli dei passeggi - spiega il sindacalista Fabio Pagani - e il risultato è questo. Bisogna rivedere la sorveglianza dinamica prevista dalla circolare del Dipartimento, effetto della sentenza Torreggiani".
Ancora in fase di accertamento i motivi all'origine della rissa. Alcuni detenuti sono stati medicati per lievi ferite. Presente un solo agente della polizia penitenziaria, che ha dovuto chiedere rinforzi per riportare la situazione alla calma. "E' prevista la presenza di un solo agente - conclude Pagani - malgrado le celle restino aperte anche otto ore al giorno".
Sulla vicenda è intervenuto anche il leader della Lega Matteo Salvini, che lunedì sarà in Liguria: "Ha ragione il sindacato Sappe - ha detto Salvini - che chiede il Taser anche per la Polizia penitenziaria. La sperimentazione della pistola a impulsi elettrici è stata avviata grazie alla Lega al governo, ma ora non se ne parla più perché le priorità di Conte-Pd-5Stelle-Renzi sono altre: cancellare i Decreti sicurezza, spalancare i porti, liberare i boss. Sono al fianco delle donne e degli uomini in divisa, che non meritano questo governo e non meritano un ministro come Bonafede".
Anche Alessandro Piana, presidente del Consiglio Regionale ligure, è d'accordo con il proprio segretario nazionale: "Altro che Garante dei detenuti - ha commentato - Dopo l'ennesimo episodio di violenza, accaduto ieri nel carcere di Sanremo, subito la pistola Taser in dotazione anche agli agenti della Polizia penitenziaria della Liguria, che hanno diritto di difendersi e riportare l'ordine, seguendo il progetto iniziato da Matteo Salvini quando era ministro dell'Interno.
"Ricordo che quasi il 50% dei detenuti in Liguria risulta di origine straniera - aggiunge Piana - Pertanto, il Governo deve inoltre iniziare a lavorare seriamente affinché i detenuti stranieri scontino la pena nei loro Paesi di origine. Grazie agli agenti, che sono riusciti, non senza difficoltà, a riportare l'ordine nel penitenziario sanremese - ha spiegato Piana - stavolta la situazione non è precipitata al peggio come abbiamo visto in altre carceri italiane nelle scorse settimane. Non è tutto. Perché proprio venerdì sera si è registrata anche l'ennesima violenza contro un agente della Polizia penitenziaria nel carcere della Spezia, aggredito con una lametta da un detenuto".
"Ora è quindi necessario aprire un serio dibattito in Parlamento sulla Giustizia e la gestione delle carceri sul territorio - ha concluso Piana - Anche perché ora abbiamo un ministro che non si è minimamente preoccupato delle violente rivolte nei penitenziari e al quale non interessa nulla del pericolo e delle continue aggressioni agli agenti della Polizia penitenziaria, che svolgono quotidianamente il loro lavoro con grande serietà e professionalità, sia pure in condizioni estreme, con pochi mezzi e personale - ha scritto ancora Piana -. La situazione si fa sempre più insostenibile perché c'è un Governo che da un lato è sordo alle legittime richieste dei rappresentanti della Polizia penitenziaria e dall'altro lato promuove invece facili scarcerazioni e permessi premio".
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