Sanità e territorio, Toti: "Servono programmazione e regole per le sfide del PNRR"
di Marco Garibaldi
Il presidente di Regione Liguria negli studi di Telenord: "Nei prossimi mesi la capacità di spese e di velocità della pubblica amministrazione farà veramente la differenza"
Ospite negli studi di Telenord in occasione della trasmissione "Sanità, territorio e servizi sociali nella Liguria dei prossimi anni" il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti ha fatto il punto sulle sfide future per la regione:
"Nei prossimi mesi la capacità di spese e di velocità della pubblica amministrazione farà veramente la differenza, cosa che spesso non è accaduta negli ultimi anni in questo Paese, per mettere in fila investimenti provenienti da fonti molto diverse che dovrebbero in qualche modo ridisegnare il sistema sociosanitario della nostra regione.
Da un lato penso all’investimenti sui grandi presidi ospedalieri: dal Felettino alle ristrutturazioni che riguardano sia il San Martino che il Villa Scassi a eventuali nuovi ospedali come ad Erzelli che dovremo ancora decidere come finanziare ma su cui c’è un progetto bandiera del PNRR.
Dall’altro lato al grande investimento del PNRR che ha l’ambizione di ridisegnare la medicina del territorio, gli ospedale di comunità, le case di comunità che sono una trentina circa. Intorno a quelle c'è la rete tecnologica che le unisce come hub della medicina del territorio.
La cosa importante è non valutare il PNRR e i prossimi cinque anni di riforme solamente come qualcosa fatto di mattoni, di grande attrezzature (una novantina circa tra nuove tac, nuove risonanze magnetiche e quant’altro) ma considerarlo anche soprattutto un grande momento per incrementare e sviluppare il fattore umano che si lega intorno alla medicina.
Il fattore umano è fatto da un lato di programmazione, su cui un lavoro va ancora fatto: oggi i numeri programmati dal governo sul prossimo corpo infermieristico dei prossimi anni sono ancora insufficienti per i bisogni di questo territorio così come abbiamo un problema su molte specialità mediche diventate in qualche modo merce pregiata per il sistema.
Se non si cambierà l’approccio di questo tipo di specialità mediche noi avremo problemi a riempire i ranghi anche delle nuove strutture che andiamo a costruire sul territorio.
L'altro fattore importante è rappresentato dalle regole: se noi costruiamo una nuova medicina del territorio con gli hub fatti dalle case di comunità o gli ospedali di comunità gestiti anche da quelle professioni di medicina generale specialisti ambulatoriali che sono legati a servizi sanitari regionali da contratti e convenzioni. Se noi non ristruttureremo quel tipo di forza lavoro probabilmente avremo un ulteriore difficoltà ad integrare la medicina del territorio".
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