Sanremo. Detenuti distillano alcolici in carcere macerando frutta, si ubriacano ed inscenano protesta
di Michele Varì
1 min, 30 sec
Tre tunisini bloccati dagli agenti penitenziari. Pagani (Uilpa): “Colpa sovraffollamento”
Distillano alcolici in cella macerando frutta poi si ubriacano e inscenano una clamorosa protesta in carcere lamentando di essere troppi in celle di pochi metri quadrati di spazio. Tre detenuti tunisini reclusi nella terza sezione del carcere di Valle Armea, a Sanremo, sono stati calmati dopo tre lunghe ore di caos con tanto di lancio di bombolette e altri oggetti grazie all'intervento dei poliziotti della polizia penitenziaria.
La protesta è avvenuta la scorsa notte.
A denunciare il fatto è Fabio Pagani, segretario della Uilpa con un comunicato in cui spiega che per sedare quella che lui definisce una “tentata rivolta”, sono dovute intervenire tutte le unità della polizia penitenziaria, una ventina di agenti, alcuni anche fuori servizio alloggiati nell'istituto.
La protesta è rimasta limitata alla cella dei tre tunisini e non ha coinvolto gli altri circa 270 reclusi. "La carenza di agenti ci impedisce di effettuare i controlli necessari nelle celle - spiega Pagani - e così i reclusi riescono ad accumulare la frutta e farla macerare distillando pseudo grappe molto alcoliche che arrivano anche sino a 30 gradi".
Il sindacalista ricorda che in passato altre distillerie clandestine nelle celle sono state scoperte nel carcere di Marassi di Genova.
I tre magrebini autori della protesta si sono anche provocati alcuni tagli profondi alle braccia.
"Per fortuna – riferisce Pagani – non ci sono stati agenti feriti. Ma è vero che quando si chiudono in pochi centimetri quadrati tanti detenuti si deve mettere in conto reazioni scomposte e violente. Per questo chiediamo l'intervento del Ministero della Giustizia affinché si agisca per evitare il sovraffollamento nelle carceri e adegui il numero di agenti in servizio negli istituti".
Stamani i tre detenuti, forse a causa dei postimi della sbornia con le grappe "fai da te", pur essendo stati spostati in celle distinte e meno sovraffollate, hanno continuato a dare in escandescenze.
Michele Varì
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