Savona, acquistava formaggi e verdure al discount e li rivendeva come prodotti biologici della sua azienda agricola
di Marco Innocenti
Denunciato per frode in commercio un 47 enne di Albisola Marina. I prodotti venivano ri-etichettati e rivenduti a prezzi anche 5 volte superiori
I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Savona hanno denunciato per frode in commercio un soggetto che vendeva nel mercato rionale di Albisola Superiore diversi generi alimentari, tra cui formaggi, confetture, ortaggi sott’olio e yogurt, spacciandoli come prodotti di propria produzione e biologici mentre, in realtà, venivano acquistati presso discount della zona e, dopo la sostituzione delle etichette originali con altre riconducibili all’azienda agricola di cui era titolare, venivano rivenduti a prezzi anche cinque volte superiori a quello di acquisto.
L’uomo, un 47enne italiano residente ad Albisola Marina, si limitava a rimuovere le sole etichette originali, mentre altre volte apriva le confezioni, in quanto facilmente riconoscibili e riconducibili alla filiera originale, travasando il prodotto in barattoli vuoti da lui acquistati, sui quali apponeva l’etichetta della propria azienda, indicando tra l’altro anche una data di scadenza fittizia.
Quest’ultima pratica risulta particolarmente pericolosa per la salute pubblica, in quanto svolta in ambienti non adatti alla trasformazione di alimenti; inoltre, l’interruzione della catena di sterilizzazione originale, può essere causa di intossicazioni alimentari per gli ignari consumatori. L’attività, coordinata dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Savona, si è conclusa con la perquisizione dei locali sede dell’azienda agricola, dove veniva esercitata anche l’attività di agriturismo, che ha consentito di individuare e sequestrare oltre 50 chilogrammi di generi alimentari.
L’operazione si colloca in un più ampio piano di intervento nel settore della sicurezza prodotti alimentari, che vede costantemente impegnata la Guardia di Finanza di Savona a tutela della salute dei consumatori finali. Si tende, infatti, a reprimere quelle pratiche commerciali scorrette che, in un contesto di mercato già fortemente penalizzato dall’attuale emergenza economica, danneggiano ulteriormente gli operatori economici che esercitano la propria attività nel rispetto delle normative vigenti, attraverso una concorrenza sleale basata sui minori costi di produzione e sulla scarsa qualità dei prodotti posti in vendita.
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