Savona, la testimonianza di un ristoratore: "E' un'apocalisse"
di Redazione
Sergio, alla guida dell'Osteria Bacco dal 1984, è amareggiato: "Ogni giorno è un enigma, non si sa mai quante persone verranno. Ma gli ingredienti vanno acquistati lo stesso"
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Sergio si muove tra i tavoli e i fornelli dell'Osteria Bacco di Savona dal 1984: in quasi quarant'anni ha visto cambiare radicalmente il mondo della ristorazione, ma quest'ultimo periodo di pandemia lo ha preso in contropiede. "E' un'apocalisse: si vede pochissima gente in giro", racconta. "Prima della pandemia arrivavamo fino a quaranta coperti a pranzo e altrettanti a cena; in estate ha ricominciato a muoversi qualcosa, ma ora possiamo rimanere aperti solo a pranzo, e così si è dimezzato il lavoro".
Nel servizio di mezzogiorno, l'unico praticabile visto l'obbligo di chiudere i battenti alle 18, non si sa mai quanti clienti vorranno sedersi ai tavoli: "Ogni giorno è un enigma: la settima scorsa abbiamo avuto un servizio con un solo cliente, altre volte arriviamo a 10-11 coperti, ma ovviamente noi dobbiamo comprare gli ingredienti per essere pronti a servire la ventina di persone che il ristorante può ospitare in questo periodo".
a pochi giorni dal nuovo Dpcm, si nota già un grosso calo negli incassi. "Con questi numeri, è una condanna ad una prossima chiusura", dice Sergio. "Non ho la piu pallida idea di quanto si potrà andare avanti così, ma temo molto poco. La gente non gira, è spaventata; molti non hanno soldi e tanti non hanno proprio più motivo nè voglia di uscire".
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