Scajola sui buoni spesa: "Consegniamo denaro contante: ci fidiamo degli imperiesi"
di Marco Innocenti
"Ribaltiamo il concetto del 'sono tutti ladri': poi colpiremo eventuali disonesti"
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Il governo ha destinato le risorse (poche o tante non è questo il punto) poi ha però demandato ai singoli Comuni la scelta su come distribuirle sul territorio, sia come ripartizione sia come consegna effettiva ai beneficiari. Stiamo parlando dei fondi per i tanto attesi buoni spesa, la cui gestione è stata di fatto diversa da Comune a Comune. Singolare è stato soprattutto il caso di Imperia dove il sindaco Claudio Scajola è andato un po' controcorrente rispetto ai colleghi di altri grandi centri urbani, decidendo di consegnare direttamente denaro contante ai propri concittadini, anziché buoni o tessere elettroniche come deciso invece in molte altre città.
"Noi abbiamo deciso di fidarci degli imperiesi - ha spiegato il sindaco Scajola - Il virus è talmente veloce nel diffondersi che noi non possiamo cercare strade più burocratiche e tortuose per aiutare le famiglie. Abbiamo cercato di avvicinarci alla velocità del virus. Le famiglie che andiamo ad aiutare hanno bisogno di supporto più veloce possibile. Allora se ci fossimo messi a fare dei buoni, saremmo anche stati poco dignitosi. Abbiamo quindi scelto di fidarci, chiedendo solo un'autocertificazione e dando loro direttamente i contanti, cosiccé li possano andare a spendere dove meglio credono e non solo in un certo numero di esercizi da noi indicati".
"Noi abbiamo a disposizione circa 340mila euro - ha aggiunto Scajola - e stiamo dando fra i 200 e i 400 euro, come supporto per le prossime due o tre settimane in modo da dare subito, velocemente, qualcosa a chi ha bisogno di aiuto per esigenze primarie da soddisfare. Pensiamo di poter aiutare circa 700 nuclei familiari ma, per fare di più, abbiamo aperto un conto corrente in cui i cittadini che possono dare qualcosa, donino per aiutare anche altre famiglie".
"Per scegliere i beneficiari - ha detto ancora Scajola - abbiamo disposto 6 gruppi di lavoro che raccolgono una semplice telefonata, il giorno dopo c'è l'appuntamento per il ritiro del contante nei nostri uffici, la persona firma l'autocertificazione nella quale dichiara che il suo stato di necessità è dovuto all'emergenza coronavirus e tutto si risolve in poco tempo. Noi naturalmente faremo dei controlli a campione ma io voglio anche invertire un po' l'idea che valga il concetto che lo Stato non debba fidarsi di nessuno. Invece dobbiamo fidarci degli italiani, levando lacci e lacciuoli. Lo dico perché, una volta finita questa pandemia, ci dovrà essere una ripresa come c'è stata nel dopoguerra, quando ognuno si rimboccò le maniche ma anche perché le procedure per ripartire erano celeri. Col passare del tempo, invece, si è iniziato a pensare che tutti siano ladri e che quindi si debba controllare e porre mille limiti. Io invece dico 'sono tutte persone perbene' ma colpiremo, se ci saranno, dei ladri. Invertiamo la prova, insomma".
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