Scoperta psicosetta che riduceva in schiavitù donne e bambine, perquisizioni anche a Genova
di Redazione
A capo della setta, i cui adepti erano in prevalenza di sesso femminile, c'era un uomo di 77 anni
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Una potentissima 'psicosetta', con base operativa a Novara, è stata scoperta al termine di una complessa indagine dalla Questura di Novara, che nella notte ha eseguito in collaborazione con il Servizio Centrale Operativo numerose perquisizioni oltre che a Novara anche a Milano, Genova e Pavia. A capo della setta, i cui adepti erano in prevalenza di sesso femminile, c'era un uomo di 77 anni. Associazione per delinquere finalizzata alla riduzione in schiavitù ed alla commissione di numerosi e gravi reati in ambito sessuale, anche in danno di minore, sono le ipotesi d'accusa. L'operazione Dioniso è l'ultimo atto di una indagine iniziata due anni fa e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino - Direzione Distrettuale Antimafia.
Sono 26 le persone indagate nell'ambito dell'operazione, che ha permesso alla polizia di smantellare dopo due anni di indagini una 'psicosetta' dedita a reati sessuali, anche nei confronti di minorenni. A capo c'era un 77enne, accusato di avere soggiogato per oltre trent'anni donne giovani e giovanissime, anche minorenni. La 'psicosetta' aveva una organizzazione piramidale; sotto l'uomo operavano alcune donne. Alle indagini della Squadra Mobile di Novara ha collaborato il Servizio Centrale Operativo (Sco) con il nucleo specializzato sulle sette. Le vittime, le 'prescelte', venivano soggiogate con un lungo lavoro psicologico.
Sono scattate due anni fa, in seguito alla denuncia di una giovane donna, le indagini della Squadra Mobile di Novara che ha smantellato una vera e propria setta dedita alle pratiche sessuali, anche nei confronti di minorenni. La giovane ha raccontato di essere entrata nella setta quando aveva appena otto anni, spinta da un famigliare, e di essere diventata ben presto una delle schiave del 'dottore', il 77enne ritenuto a capo dell'organizzazione. Le perquisizioni delle scorse ore, effettuate oltre che in Piemonte anche in Lombardia, Liguria e Valle d'Aosta, "hanno fornito ampio materiale di prova alla denuncia della giovane - spiega il questore di Novara, Rosanna Lavezzaro - e alle altre testimonianze raccolte nel corso dell'inchiesta".
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