Spese pazze Liguria, assolto Rixi: "Sempre dimostrato lealtà e correttezza"
di Alessandro Bacci
"Una assoluzione che conferma quanto sostengo dal primo giorno". Assolti anche tutti gli altri 17 indagati
Colpo di scena nel processo bis per le “spese pazze” della Regione Liguria: l'ex viceministro alle Infrastrutture, il leghista Edoardo Rixi è stato assolto nell'appello per le cosiddette spese pazze quando era consigliere regionale in Liguria. Assolti tutti gli imputati perché il fatto non sussiste. In primo grado Rixi era stato condannato a tre anni e cinque mesi. Il processo riguardava le spese non ritenute congrue all'attività politica negli anni dal 2010 al 2012, quando era capogruppo regionale della Lega. L'accusa era di peculato e falso.
"Una assoluzione che conferma quanto sostengo dal primo giorno - afferma Rixi - il mio comportamento si è sempre distinto per lealtà e correttezza. Il mio obiettivo rimane quello di lavorare senza sosta al servizio della mia regione e del mio Paese."
Con Rixi sono stati assolti Michele Boffa, ex presidente del Consiglio regionale (Pd), Antonino Miceli (Pd), Marco Melgrati (Fi), Luigi Morgillo (Fi), Matteo Rosso (Fi), Gino Garibaldi (Fi) , Franco Rocca (Fi), Alessio Saso (Ncd), Francesco Bruzzone, senatore della Lega, allora presidente del Consiglio regionale, Marco Limoncini (Udc), Armando Ezio Capurro (Noi con Burlando), Aldo Siri (Lista Biasotti), Raffaella Della Bianca (Fi), Roberta Gasco (Udeur), Marilyn Fusco (Idv), Giacomo Conti (Federazione della Sinistra), Matteo Rossi e Alessandro Benzi, entrambi in Sel. Per loro le pene in primo grado andavano da 3 anni e due mesi a 2 anni e un mese. Erano stati assolti in primo grado Massimo Donzella (Udc), Ezio Chiesa (Pd) e Stefano Quaini, ex Idv e Sel. Secondo l'accusa i consiglieri regionali negli anni 2010/2012 si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali: cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini. In alcuni casi, secondo l'accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori. In altri venivano modificati gli importi a mano. Per un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro. Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi: Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 Aprile e Primo Maggio. Giorni "sospetti" per l'accusa per svolgere attività istituzionale.
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