Tanti amici e colleghi per l'ultimo saluto al cameraman Paolo Micai: “Eri il più bravo”
di Michele Varì
Dolore e commozione per il funerale del giornalista stroncato dal covid
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"Eri il più bravo e ci hai insegnato che le immagini non sono mai banali e hanno un anima che le rende arte”.
Sono alcune delle parole pronunciate dal pulpito dai tanti amici e colleghi di Paolo Micai, il cameramen e giornalista ucciso tre mesi fa, a 60 anni, dal covid.
L'addio, l'ultimo saluto alle sue ceneri, nella chiesa della Santissima Annunziata di Sturla. Una cerimonia allora vietata ma voluta da famiglia e amici che avvertivano la necessità dell'ultimo saluto tutti insieme, come ha ribadito Don Valentino Porcile, il parroco.
La moglie Marina e la figlia Giulia, la mamma Anna, in lacrime, hanno ringraziato tutti. Particolarmente commossa dal pulpito la giornalista di Mediaset Rosanna Piturru che con Micai, Paolino, ha lavorato per anni: “Ogni sua immagine era una poesia, era il migliore”.
Dal pulpito, davanti alla mitica scatola gialla dove Paolino custodiva la sua attrezzatura tante parole, tante emozioni e lacrime. Micai era un videomaker che aveva realizzato numerosi reportage raccontando con le immagini tanti avvenimenti avvenuti a Genova dal crollo del ponte Morandi a quello della Torre Piloti. Prima di morire avva seguito l’emergenza coronavirus effettuando dirette da diversi ospedali.
Fra le sue ultime opere uno splendido time laps, quasi il suo ultimo regalo, sulla costruzione del nuovo ponte sul Polcevera.
Le ceneri di Paolino, da sempre appassionato di immagini subacque, saranno disperse in mare.
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