Al Teatro Carlo Felice Il Barbiere di Siviglia giocoso e sognante
di Giulia Cassini
Il cast, il direttore d'orchestra e le curiosità dalla prima del 15 gennaio
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Continua ad affascinare Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini sia i palati difficili (come un tempo Beethoven, Stendhal e Hegel) sia il largo pubblico, come quello alla prima del 15 gennaio al Teatro Carlo Felice di Genova.
Un tesoro operistico fin dal debutto disastroso al Teatro Argentina di Roma, il 20 febbraio 1816, per diventare poi un trionfo, come spesso accade alle novità che devono prima essere riascoltate e metabolizzate per capirne la grandezza. Godibile in generale la rappresentazione genovese con repliche sino al 21 gennaio e con la direzione dell’Orchestra e del Coro del Teatro Carlo Felice -preparato da Francesco Aliberti- di Alvise Casellati. La sua è questione di Dna:“Rossini è nella storia di famiglia -dice il direttore d’orchestra- il trisavolo Giambattista Casellati ricevette una segnalazione proprio da Rossini, analizzò le sue composizioni e venne ammesso alll’Accademia Filarmonica di Bologna, prestigiosissima (vi si aggregarono o vi ebbero stretta relazione Mozart, Puccini, Verdi, Wagner, Liszt, Brahms, Busoni, Respighi solo per citarne alcuni, ndr). Quindi il legame col compositore pesarese è forte”.
Non è tutto, il suo bisnonno era amico della famiglia Wagner, la nonna era una grande concertista, eppure la vocazione musicale è stata una scelta meditata per Alvise Casellati, quando ha imboccato la via unica e privilegiata della musica nonostante i grandi successi nell’avvocatura newyorkese d’affari. Qualcuno sperava anche di vedere in sala la madre, Maria Elisabetta Alberti Casellati presidente del Senato della Repubblica.
La sorpresa però non si è fatta attendere e vicino alle istituzioni, al sovrintendente Claudio Orazi e al sindaco Marco Bucci c’era, tra gli invitati, la principessa Corinna zu Sayn-Wittgenstein, prescelta nel 2013 da Charlene di Monaco come consigliera personale e consulente d’immagine oltre che delegata dal principe Alberto II come rappresentante per la conduzione delle relazioni estere.
“Il Barbiere di Siviglia -continua Casellati- è la prima opera che ognuno di noi dovrebbe vedere per rimanere incantato. I due cast sono entrambi stupendi quindi è molto interessante gustarli, possibilmente scegliendo due recite”. Tanti applausi alla fine per Alessandro Luongo, un Figaro che la critica ha definito “nuovo” e questa era l’intenzione del cantante. “In questo lavoro cerchiamo spunti contemporanei per avvicinarci al pubblico e al gusto della risata di oggi -spiega l’artista- ma siamo immersi a capofitto nel sogno, quello della simbologia e delle scene di Luzzati oltre ai costumi di Santuzza Calì. Poi, un grande regista come Filippo Crivelli, ci consiglia di continuo, è tutto un divenire, sempre”. Il ruolo di Figaro è sicuramente impegnativo “Richiede uno sforzo di concentrazione incredibile e anche in termini di tenuta psicofisica è un unicum per la corda del baritono, ci vuole uno stato di salute ottimale”.
Gli interpreti sono specialisti rossiniani: Alessandro Luongo, Daniele Terenzi e Sundet Baigozhin (Figaro), Annalisa Stroppa e Paola Gardina (Rosina), René Barbera e Francesco Marsiglia (Il Conte di Almaviva), Paolo Bordogna e Misha Kiria (Don Bartolo), Giorgio Giuseppini e Gabriele Sagona (Don Basilio), Simona Di Capua (Berta), Roberto Maietta (un ufficiale). Tutti gli orari e le informazioni sul sito del teatro
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