Tragedia del cavalcavia di Nervi, risarcimento ai familiari di 34 marò
di Redazione
Era il 1983 quando in un tragico incidente il loro pulmino precipitò dall'autostrada: andavano a vedere Juventus-Inter
Era il dicembre del 1983 quando, domenica 18, un gruppo di giovani marinai di leva stava andando in pullman a vedere la partita Juventus-Inter a Torino. Partiti dalla caserma Maricentro di Aulla, erano all'altezza del cavalcavia autostradale di Genova Nervi quando il loro mezzo perse il controllo e precipitò. 35 ragazzi morirono, furono in 4 a essere estratti vivi ma qualche tempo dopo uno di loro non ce la fece.
Ora una sentenza della Corte di Cassazione - come riporta Il Secolo XIX - riconosce il risarcimento ai familiari di una delle vittime, Filippo Russo, giovane siciliano, ma sta analizzando uno a uno i ricorsi dei parenti di tutti ragazzi morti nella tragedia, per un caso giudiziario ormai lungo quasi 40 anni. Il primo ricorso accolto, in ordine temporale, è stato quello della signora Antonia C., madre di Umberto De Mare, militare di leva tra le vittime: era l'ottobre del 2018.
Il processo penale durò circa dieci anni e il solo condannato fu un sottufficiale che non avrebbe controllato lo stato delle gomme (sarebbero state le gomme lisce, infatti, a causare l'incidente). Ma in prescrizione la pena gli fu cancellata.
Ora ai giovani marinai viene riconosciuto quel che diverse corti negli anni hanno negato: essere giudicati "vittime del dovere". I ragazzi infatti, seppur stessero andando a vedere una partita di calcio, erano in viaggio per conto della Marina Militare in rappresentanza delle Forze Armate. Viaggiavano con la divisa della Marina, con questa morirono. Senza mai arrivare al "Comunale" (oggi Delle Alpi) per quella partita.
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