Tragedia sul Monte Bianco: recuperato il cadavere di Giovanni Mantero
di Michele Varì
2 min, 39 sec
Il ferito, Bruno Canepa, operato, ha una frattura alla schiena. “Due colleghi e amici inseparabili”
E' stato recuperato oggi il corpo di Giovanni Mantero, 48 anni, il vigile del fuoco di Genova morto scalando il versante francese del monte Bianco. Il cadavere è stato trasferito all'obitorio di Chamonix. Ieri i soccorritori a causa delle cattive condizioni meteo non erano riusciti raggiungere con l'elicottero il canalone dove era precipitato concentrandosi sul soccorso al collega ferito, Bruno Canepa, 54 anni, precipitato in un altro dirupo, forse meno impervio. Quest'ultimo, trasferito in coma indotto all'ospedale di Annecy, in Alta Savoia, in Francia, ieri è stato sottoposto ad un intervento ad una gamba: a preoccupare per lui è una frattura alla schiena. La prognosi è riservata.
Forse a fare cadere i due escursionisti genovesi è stata un'improvvisa tempesta di vento che ha spazzato il sentiero.
La notizia della tragedia giunta nella notte a Genova dalla chat di WhatsApp dei pompieri ha gettato nella costernazione tutti i vigili del fuoco genovesi, che si sono stretti intorno ai colleghi della caserma del distaccamento di Multedo, dove lavoravano i due alpinisti, entrambi sposati e con figli e residenti a Voltri.
Due colleghi, Giovanni e Bruno, ma anche due grandi amici accomunati dalla passione per lo sport estremo, anche se svolto sempre in sicurezza. Per allenarsi all'escursione di ieri, fra la neve e il ghiaccio del Bianco, una via quella che avevano scelto, facile per gli alpinisti esperti, hanno usato la splendida palestra naturale dei sentieri di Punta Martin, montagna alle spalle di Arenzano e Voltri.
Mantero, la vittima, lavorava al turno B, quello che è in servizio oggi, e per anni aveva lavorato alla centrale di Genova, a San Benigno. E' sempre stato anche una grande appassionato di vela, una passione trasmessa anche ad uno dei suoi tre figli, campione europeo e una delle promesse più belle della vela italiana. Doriano soft, “giusto per gli sfottò da caserma”, come dicono gli amici, Giovanni era un voltrese molto estroverso, “uno che ti entra in casa e diventa come tuo fratello senza chiedere permesso” come lo ha ricordato stamane con una tenera immagine Stefano Giordano, pompiere a Multedo e consigliere comunale dei 5 Stelle a Genova, che ammette di non avere smesso di piangere da quando ha appreso della tragedia. Figlio di una famiglia di costruttori, benestante ma con la grande passione per il suo lavoro, Mantero, come tutti i pompieri di Genova, l'anno scorso aveva operato senza sosta sotto il ponte Morandi. La sua immagine del profilo di Facebook (nella foto) lo ritrae mentre si fa la barba in caserma, posto di lavoro, ma anche una seconda casa, come per tutti i pompieri.
Più riservato è invece Bruno Canepa, caposquadra del turno A, patentino da soccorritore fluviale, fisico asciutto da maratoneta e che della corsa aveva quasi fatto una ragione di vita. L'altra sua grande passione è la pallanuoto. Anche se vive per la corsa. Quando ha tempo libero lui inforca le scarpe e va a correre, ovunque, su qualunque terreno, lungomare o su monti, ogni sentiero una sfida, uno abituato a lottare, ed è per questo che i colleghi ora, tanti dei quali stanno recando al suo capezzale, all'ospedale di Annecy, sono convinti che anche stavolta, stringendo i denti, come sa fare lui, ce la possa fare. A Multedo, Bruno il caposquadra, lo aspettano tutti.
Michele Varì
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