A Genova si riflette sullo "Sharenting": ecco perché i genitori condividono sui social le foto dei figli
di Redazione
Un pomeriggio di confronto su un fenomeno da non condannare: serve, però, un utilizzo consapevole dello strumento
Martedì 13 giugno alle ore 17.30 a Palazzo Tursi, nel Salone di Rappresentanza, si terrà una Tavola Rotonda dal titolo "Sharenting: istruzioni per un uso consapevole".
Con il termine “sharenting” viene descritto il fenomeno di una condivisione online costante da parte dei genitori di contenuti che riguardano i propri figli/e (foto, video, ecografie, storie). Secondo uno studio europeo, pubblicato sul Journal of Pediatrics, ogni anno i genitori condividono online una media di 300 foto riguardanti i propri figli e prima del quinto compleanno ne hanno già condivise quasi 1.000. Le prime tre destinazioni di queste foto sono Facebook (54%), Instagram (16%) e Twitter (12%).
Le implicazioni di questa esposizione ripetuta sono diverse e complesse: prima tra tutti la violazione della privacy e della riservatezza dei dati personali (e spesso sensibili); La privacy è un diritto non solo degli adulti, ma anche per i bambini e le bambine, come sancito anche dalla Convenzione dei diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza e più recentemente dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), poi la mancata tutela dell’immagine del bambino/a, si pensi alla perdita di controllo su informazioni e contenuti. L’identità digitale ha effetti concreti e reali sul futuro dei propri figli/e, considerando la permanenza dei contenuti online e la possibilità di essere a disposizione di chiunque; il rischio di diffondere contenuti utili ad alimentare materiali pedopornografici: foto o video innocenti ma intime possono essere condivisi da chiunque; sono possibili gli screenshot degli schermi; possono essere scaricati e collocati in altri ambienti online da chiunque e per altri scopi. Non si ha certezza del tipo di uso che verrà fatto da altri dei materiali condivisi. Inoltre con l’ausilio di semplici programmi di photo editing accessibili a chiunque si possono “manipolare” le immagini, trasformandole appunto in materiale pedopornografico. E infine il rischio di adescamento: i dati sensibili dei figli/e, come le passioni, lo sport amato, la scuola frequentata, le abitudini – costantemente narrati online – offrono materiale utile nei processi di avvicinamento e adescamento online.
"L'idea di organizzare questa Tavola Rotonda - spiega l'avvocato Paola Marongiu, moderatrice della Tavola Rotonda - è nata per sensibilizzare le persone verso un problema che coinvolge sia gli adulti che gli adolescenti, in un contesto che sta assumendo, sempre più, contorni pericolosi e anche importanti implicazioni non solo sotto un profilo giuridico, o meglio, giudiziario ma anche, e soprattutto, per la necessità di tutelare i figli da esposizioni mediatiche".
Dopo i saluti istituzionali dell'assessore Marta Brusoni alla tavola rotonda parteciperanno: L'avvocato Chiara Antola, l'avvocato Anita Liporace, l'avvocato Francesca Maberino, l'avvocato Fiammetta Malagoli, l'avvocato Alessandra Volpe, il dottor Nicolò Delfino psicologo e psicoterapeuta. E' previsto anche un intervento del Garante dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza Francesco Mazza Galanti.
La Tavola Rotonda è patrocinata da Fidapa sez.Genova e dal Comune di Genova.
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