Allarme pensioni dalla Cgia di Mestre: Genova tra le province più critiche
di Carlotta Nicoletti
“Più pensioni che stipendi”, classifica riguarda il saldo tra numero di occupati e quota pensioni erogate
Nella giornata odierna la Cgia di Mestre ha lanciato l'allarme pensioni, in base ad alcune previsioni, entro il 2028 sono destinati a uscire dal mercato del lavoro per raggiunti limiti di età 2,9 milioni di italiani, di cui 2,1 milioni sono attualmente occupati nelle regioni centro-settentrionali. Cona la grave crisi demografica in atto, sarà molto complicato rimpiazzare tutti questi lavoratori che non saranno più tenuti a timbrare il cartellino ogni giorno. Gli assegni erogati dall'Inps, dunque, sono destinati a superare le buste paga degli operai e degli impiegati occupati nelle fabbriche e nei uffici, anche nelle ripartizioni geografiche del Centro e del Nord, mettendo così a rischio la sostenibilità economica del nostro sistema sanitario e previdenziale. Dall'analisi del saldo tra il numero di occupati e le pensioni erogate nel 2022, la provincia più "squilibrata" d'Italia è Lecce: la differenza è pari a -97mila. Seguono Napoli con -92mila, Messina con -87mila, Reggio Calabria con -85mila e Palermo con -74mila.
Nel Mezzogiorno si pagano più pensioni che stipendi, ma nel giro di qualche anno il sorpasso è destinato a compiersi anche nel resto d'Italia. Già oggi La situazione è "squilibrata" anche in 11 province del Nord, tra cui Genova per quanto riguarda il saldo tra numero di occupati e pensioni erogate. Ma tutte le 4 province della Liguria presentano un risultato anticipato dal segno meno, mentre in Piemonte sono tre su otto.
La situazione è "squilibrata", si diceva, anche in 11 province del Nord. Nei prossimi anni la situazione è destinata a peggiorare in tutta Italia, anche nelle zone più avanzate economicamente. Tuttavia, già oggi ci sono 11 province settentrionali che al pari della quasi totalità di quelle meridionali registrano un numero di pensioni erogate superiore alle buste paga corrisposte dagli imprenditori ai propri collaboratori. Si tratta di: Sondrio (saldo pari a -1.000), Gorizia (-2mila), Imperia (-4mila), La Spezia (-6mila), Vercelli (-8mila), Rovigo (-9mila), Savona (-12mila), Biella (-13mila), Alessandria (-13mila), Ferrara (-15mila) e, appunto, Genova (-20mila). Tutte le 4 province della Liguria presentano un risultato anticipato dal segno meno, mentre in Piemonte sono tre su otto. Delle 107 province d'Italia monitorate in questa analisi dell'Ufficio studi della Cgia, solo 47 presentano un saldo positivo: le uniche realtà territoriali del Mezzogiorno che registrano una differenza anticipata dal segno più sono Cagliari (+10mila) e Ragusa (+9mila).
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