Arenzano, la nuova stagione del Teatro Piccolo è ricca di novità liguri tutte da scoprire

di Carlotta Nicoletti

Tra gli artisti in scena Ugo Dighero, Max Manfredi, Zibba e Leonardo Manera

Il Sipario Strappato di Arenzano ha presentato il programma della stagione 2023/2024, dal titolo: “Perché dopo 30 anni un amore è per sempre”.Tra gli artisti in scena Ugo Dighero, Max Manfredi, Zibba, Leonardo Manera, l’ex “Iena” Marco Berry, Andrea Di Marco, Enrique Balbontin e tanti altri. Sul palco del teatro che ha sede nell’ex casone di via Marconi 165, con il suggestivo tetto a forma di chiglia di nave rovesciata, dal 7 ottobre riprendono gli spettacoli per tutte le età che uniscono impegno sociale, comicità, musica, danza.

“Dopo l’importante traguardo dei trent’anni – spiega il direttore artistico Sara Damonte – abbiamo realizzato un cartellone di grande qualità e siamo particolarmente orgogliosi di poter ospitare tanti amici e anche molte nuove proposte. Lo slogan di quest’anno è ‘Perché dopo 30 anni un amore è per sempre’: il nostro teatro ha superato tutti questi anni di attività grazie all’affetto del pubblico presente per più di tre decenni. Chi viene qua sente l’energia che mettiamo in quello che facciamo e si innamora, si sente accolto e avvolto dalla poesia di questo spazio. Possiamo dunque davvero dire che abbiamo costruito insieme un filo di emozioni che ormai ci lega per sempre alla nostra cittadina e ai nostri spettatori. Anche il nostro amore per il teatro, che in più di trent’anni abbiamo esplorato in tutte le sue sfaccettature, è per sempre”.

“In genere si dice che dopo 10 anni di attività un teatro dovrebbe già essere ‘monumento’ – dice il presidente e fondatore del Sipario Strappato Lazzaro Calcagno, membro della direzione artistica di formazione e sociale di Fita – e noi è più di 30 anni che siamo sul territorio, dunque non posso che essere orgoglioso delle scelte di Sara e della decisione di affidarle la direzione artistica. La stagione del trentennale, l’anno scorso, ha avuto un enorme successo, e anche quest’anno siamo pronti ad accogliere nomi di grande qualità che spesso sono felici di calcare il palco del Sipario Strappato grazie a legami formati negli anni e che si basano su stima e amicizia. Siamo piccoli ma il nostro lavoro è grande e in ambito teatrale siamo davvero conosciuti in tutta Italia”.

Quest’anno, poi, è in arrivo una novità: “Abbiamo deciso di istituire il premio del teatro Il Sipario Strappato e conferirlo ogni anno a una persona che si sia distinta nel mondo della cultura, del teatro o del cinema. Il primo a cui verrà conferito il premio è Pippo Santonastaso, uno tra i più grandi comici degli anni ‘70 che chiuderà la nostra stagione insieme al figlio Andrea il 25 maggio, tra l’altro il giorno del suo compleanno”.

“Il Comune di Arenzano – dichiara il sindaco Francesco Silvestrini – è fermamente intenzionato a portare avanti la collaborazione con il teatro che propone sempre cartelloni di grande qualità. Quest’anno con una novità: abbiamo stipulato una convenzione pluriennale che regola i rapporti tra Comune e Sipario Strappato. Il teatro fino a oggi si era sempre basato su un contributo di fine anno ma visto che svolge un’attività sociale importante, tra spettacoli di qualità e corsi di teatro inclusivi, è stato stabilito che il Comune di Arenzano verserà un importo fisso per un triennio. Questo consentirà al Sipario Strappato una programmazione più serena per il 2024, 2025 e 2026”.

Riconfermato inoltre anche quest’anno – per la terza volta – il progetto “Spirali” che vede scendere in campo cinque teatri liguri per fare rete e condividere nuove drammaturgie coinvolgendo giovani attrici e attori in una serie di spettacoli a rotazione. I teatri coinvolti sono il Sipario Strappato di Arenzano, i Cattivi Maestri di Savona, il Garage e l’Ortica di Genova e il Teatro delle Udienze di Finale Ligure. La novità di quest’anno è che la rassegna aprirà anche agli spettacoli per bambini.

A fine stagione, come sempre, torna il festival teatrale “Nena Taffarello”, per la quinta edizione: la kermesse è rivolta alle compagnie dialettali liguri e dedicato all’attrice che aveva contribuito a fondare il Sipario Strappato insieme all’attuale presidente del teatro, Lazzaro Calcagno, con l’obiettivo di creare uno spazio in cui i giovani potessero trovare un riscatto.

Tutti gli spettacoli sono programmati per sabato alle ore 21 (tranne quelli per bambini, domenica alle 17) presso il teatro Il Sipario Strappato in via Marconi 165, Arenzano.


Il biglietto costa 15 euro, ridotto 12 euro.


Spettacoli per bambini 7 euro.


Sono previsti abbonamenti: quello a 5 spettacoli costa 60 euro, a 10 spettacoli 110 euro, infine a 20 spettacoli 200 euro. Chi sottoscrive l’abbonamento a 10 e 20 spettacoli ha la possibilità di scegliere il posto fisso in sala.

C’è anche la possibilità di abbonarsi, per 25 euro, al progetto “Spirali” per poter assistere agli spettacoli della rassegna nei diversi teatri che prendono parte al percorso.

Si inizia il 7 ottobre con un gradito ritorno al Sipario Strappato: Ugo Dighero con “Mistero Buffo” di Dario Fo e Franca Rame, produzione del Teatro Nazionale di Genova. Dighero in particolare rivisiterà due grandi monologhi, di Dario Fo: “Il primo miracolo di Gesù bambino” e “La parpàja topola”. “Si parte alla grande – commenta Sara Damonte – con uno spettacolo tra i più famosi del repertorio di Fo”. I due brani che reciterà Dighero uniscono un grande divertimento a un forte contenuto, il tutto condito con la leggerezza e la poesia tipici dei racconti dell’autore italiano più rappresentato nel mondo.

Il 14 ottobre il comico Omar Fantini porterà in scena la stand up comedy “Ciclisti vegani e altre piaghe”: “Di fronte a certe tendenze della nostra epoca – spiega Damonte – Fantini non è capace di passare oltre, vuole capire, sviscerare il problema e gridare la sua insofferenza. Ovviamente a modo suo, con tanta ironia”. Fantini ha condotto programmi su Mtv, Comedy Central, Italia 1, Tv8 e va in onda in settimana su Discoradio con il suo morning show.

Il 21 ottobre arriva Fabrizio Lamberti con “Ridi Pagliaccio – 12 storie tristi”. In un’ora e mezza di spettacolo racconta, spiega, diverte, affascina come un navigato storyteller, senza far mai dimenticare, però, di essere un grande musicista e compositore.

Una spassosissima lectio brevis in bilico tra il mondo del melodramma e quello del pop-rock, ma anche l’occasione per apprezzare i virtuosismi del protagonista, frutto di quasi quarant’anni di onorata carriera sui tasti bianchi e neri di un pianoforte.

Si continua il 28 ottobre con “Freak and comedy” con Enzo Polidoro, Didi Mazzilli, Eddy Mirabella e Alessandro Petronas. Uno show con un mix di personaggi stravaganti dalla natura ‘freak’: dal cabaret alla magia fino al mondo circense, tutto con la sola missione di portare divertimento, ilarità e gioco tra il pubblico. “È uno spettacolo di clownerie e comicità – commenta Sara Damonte – incentrato sulla follia e sulle gag dei protagonisti”.

Dopo la pausa del 4 novembre, in cui la compagnia del Sipario Strappato sarà a Savona con “L’Italia dei poeti”, si riprende l’11 novembre con il primo spettacolo di “Spirali”. Sul palco il Teatro La Fuffa, vincitore del festival Inventaria 2022, che porta in scena “Barbie e Ken”. Nello spettacolo, i due protagonisti, ognuno nella propria scatola, si ribelleranno allo schema dei comportamenti stereotipati per cui sono stati creati, dando vita a un insieme di riflessioni sulla felicità imposta e coinvolgendo il pubblico

Il 12 novembre alle 17 appuntamento con il primo spettacolo di “Spirali Bambini”: “Red – Quando Cappuccetto Rosso imparò l’inglese”, uno spettacolo divertente per giocare e imparare l’inglese.

Il 18 novembre è la volta di Andrea Di Marco con “E poi ci sono io”. Canzoni e monologhi che raccontano di un ragazzo nato in periferia, i personaggi che negli anni hanno raccontato con punti di vista l’attualità, il mare, Genova, 50 anni di vita: “Un artista – dice Sara Damonte – che non ha bisogno di presentazioni. Ci farà ridere, pensare e riflettere a modo suo con i suoi monologhi e la sua musica, perché è anche un eccellente musicista”.

Il 25 novembre arriva “Mela” di Dacia Maraini per la regia di Emanuela Rolla, produzione di Performer-Espressione Applicata. Siamo nell’Italia di provincia del 1981 con tre donne, tre generazioni a confronto: nonna, madre e figlia che convivono da sempre all’interno delle quattro mura domestiche. Il centro vitale di tutto è la cucina dove prende vita l’intero testo diviso in due atti, simbolo per eccellenza del focolare domestico, che evidenzia ed esalta uno dei temi principali dell’opera: l’incomunicabilità, forse il fallimento dei rapporti familiari. Qui prende vita l’intera storia di tre donne: Mela, Rosaria e Carmen.

Spazio alla musica il 1 dicembre con il concerto di Zibba, in tournée per la presentazione del suo nuovo lavoro “La città dall’alto”. “Zibba è un cantautore ligure che sta avendo un grande successo – spiega Sara Damonte – e ha scritto le canzoni per alcuni nostri spettacoli tra cui ‘Cocaina’ che rivedremo in scena in questa stagione. Ritrovarlo qui al Sipario Strappato con il suo nuovo album per noi è un onore”.

Il 2 dicembre, per il 130esimo anniversario della nascita di Costante Girardengo, arriva “Costante la nuvola” di Marco Rinaldi e Lazzaro Calcagno (presidente del teatro arenzanese) interpretato dall’attore Davide Mancini. Si tratta di un viaggio nel mondo del ciclismo: a raccontare le vicende epiche è il campionissimo che si materializza davanti a un giovane giornalista, incaricato di scrivere un articolo sugli scandali del ciclismo moderno; recatosi a un museo della bicicletta per recuperare informazioni, “incontrerà” Girardengo e, grazie ai suoi racconti avventurosi, non riuscirà più a screditare il ciclismo e finirà invece per innamorarsene.

Il 9 dicembre musica con due cantautori e musicisti genovesi d’eccezione: Max Manfredi e Andrea Facco che in “Sulla stessa barca” accompagneranno il pubblico in un viaggio nella canzone di autori liguri e italiani, con personalissime riletture di brani storici e con le loro canzoni originali. A loro il compito di sottolineare le inclinazioni all'umorismo (se non proprio alla goliardia e al cabaret) di molti cantautori genovesi, resi famosi da ballate pensose e a volte tragiche. "Una scuola senza allievi", dove tutti sono stati e sono maestri, liberi di collaborare e persino di ignorarsi.

Il 10 dicembre è la volta del secondo spettacolo di “Spirali Bambini” con “Lo schiaccianoci e il re dei topi”, un debutto assoluto che racconta la tradizionale storia natalizia.

Il 16 dicembre un comico noto in tutta Italia e al Sipario Strappato per la prima volta: Leonardo Manera con “La vita perfetta fa schifo”. “Manera è una garanzia – dice Sara Damonte – dal suo successo a ‘Zelig’ in tv agli one man show, è la prima volta che sarà dei nostri, sono contenta”. In questo spettacolo Manera descrive la giornata “perfetta” tipo, dai cibi sani e poco gratificanti alla raccolta differenziata dei rifiuti sentendosi in colpa se ogni cosa non è nel sacco giusto, passando per le lunghe pause sui social, valvola di sfogo. Uno spettacolo che unisce le risate alla considerazione del nostro modo di vivere: c’è ancora un motivo per sorridere alla vita?

Aria di festa il 23 dicembre con “Un canto di Natale” di Charles Dickens. La più classica delle storie natalizie viene qui adattata da Jud Charlton (che è stato più volte al Sipario Strappato con la versione originale in inglese) e Paolo Serra. In scena Michelangelo Pulci, artista poliedrico che – dopo aver visto a teatro Jud Charlton – ha voluto proporre lo spettacolo in italiano impersonando Scrooge e tutti gli altri personaggi.

Dopo la pausa natalizia si ricomincia con un triplo appuntamento prodotto dal Sipario Strappato: l’11, 12 e 13 gennaio in occasione dei 25 anni dalla morte di Fabrizio De André torna “La collina di Spoon River e le canzoni di De André” per la regia di Lazzaro Calcagno sui testi di Edgar Lee Master nella traduzione di Fernanda Pivano. Ci saranno la recitazione, con le storie dei personaggi narrati da Lee Master impersonati da Antonio Carlucci, Sara Damonte, Antonella Margapoti e Manuela Salviati, e le musiche di Faber (che si ispirò proprio all’antologia per il suo album “Non al denaro, non all’amore né al cielo”) con Enrico Bovone alle percussioni e Matteo Trolio alla voce e chitarra.

Il 20 gennaio è la volta di “Oh! Diss’ea” di e con Roberto Ciufoli e con musiche dal vivo a cura di Maurizio Camardi. Si tratta di una personalissima riscrittura dell’Odissea per un’approfondita analisi comica: dopo il lungo assedio di Troia Ulisse è partito, dritto verso Itaca e la sua bella Penelope o ha bighellonato per dieci anni prima di trovare la strada di casa? Ulisse è l’immagine dell’uomo moderno o è semplicemente un distratto?

Il 21 gennaio, alle 17, è la volta di una fiaba onirica per bambini: “Blu” vuole sensibilizzare il pubblico di piccoli spettatori alla tutela dell’ambiente e in particolar modo dell’acqua.

Il 27 gennaio torna un’altra produzione del Sipario Strappato: “Perché anche io sono una donna”, testo e regia di Lazzaro Calcagno, racconta storie di donne dimenticate e spesso sconosciute. Donne che nelle loro vite hanno dovuto affrontare pregiudizi, discriminazioni, spesso combattendo battaglie personali che le hanno rese personaggi cruciali nella storia dell’emancipazione femminile. Le donne di cui si racconta si sono distinte per coraggio, rivalsa, senso di giustizia: quello che ancora oggi manca in molte parti del mondo, dove i diritti delle donne sono negati. Diritti che spesso mancano anche nei paesi occidentali, dove la donna sembra sempre dover essere un passo indietro all’uomo.

Il 3 febbraio in scena Giancarlo Barbara, volto noto di “Zelig” e “Colorado”, con i trailer cinematografici comici: Barbara racconta la sua vita e quella della gente comune che, a volte, diventa uno dei suoi trailer. Tra una scena e l’altra prende in mano la chitarra per giocare con le canzoni più famose degli ultimi anni e coinvolgere gli spettatori in rivisitazioni musicali, parodie e brani inediti. Uno spettacolo genuino che dà l’impressione di nascere al momento e di crescere col suo pubblico di bambini, giovani e nonni.

Il 10 febbraio arriva Marco Berry, l’ex Iena che porta in scena il suo nuovo show “Mind revolution”, spettacolo in cui la comicità si fonde con l’illusionismo. Berry, autore del programma “Invisibili” di Italia 1 e inviato di “Mistero” sempre per la stessa rete, è esperto di illusionismo da quando era giovanissimo, nel 2020 ha partecipato al reality “Pechino Express” con la figlia Ludovica e nel 2021 è stato ideatore del festival dedicato alla divulgazione spaziale “Space Festival”.

Il 17 febbraio è la volta del concerto di Aldo Ascolese che porta in giro da diversi anni un omaggio a Fabrizio De André dal titolo “Da Faber al cielo” con cantautori e musicisti di alto livello. I media definiscono Aldo una delle voci del panorama Italiano: è stato premiato dal Comune e dalle Regione Liguria con il “Genovino d’argento”, uno dei riconoscimenti più importanti per un artista. Definito da molti come il vero erede di Faber non solo per le sue cover ma anche per le canzoni che di cui è autore.

Il giorno dopo, il 18 febbraio alle 17, è in arrivo uno spettacolo per bambini: “Il brutto anatroccolo” di Hans Christian Andersen insegnerà l’importanza di andare oltre l’apparenza e di avere fiducia in se stessi, scoprendo le proprie potenzialità.

Il 24 febbraio cabaret e burlesque si intrecciano con “Burlet” con Didi Mazzilli, Honey Blondi, Malvasia, David La Cure, Lily Le Ludique ed Enzo Polidoro. Act burlesque e numeri comici si alternano e si fondono creando brevi storie che vanno a formare uno show dal ritmo coinvolgente e incalzante che crea sinergia positiva tra pubblico ed artisti. Ma attenzione, l’elemento parodistico è sempre in agguato. Una cenerentola moderna, una Marylin Monroe in pensione, disturbatori di ogni genere sono solo alcuni esempi del curioso e inatteso “mondo Burlet”.

Il 2 marzo, Simonetta Guarino e Mauro Gozzini portano in scena “No woman no Crai”: le due sgangherate telespettatrici di un reality già protagoniste di “Baccanti”, due anziane in accappatoio e senza nome, attendono l’arrivo del fattorino che consegnerà loro la spesa a domicilio. Lo spettacolo coniuga la risata e i tempi del cabaret con lo spessore di contenuti del teatro di prosa: le due protagoniste, nell’attesa, diventano una sorta di duo comico, di Stanlio e Ollio della terza età, due “opinioniste da cucinino” di un mondo molto vicino al nostro, in cui realtà e reality non hanno più distinzione.

Il 9 marzo il Teatrino di Bisanzio presenta “Louise Brooks e il Vaso di Pandora” di e con Anna Giarrocco e Andrea Benfante. Lo spettacolo rappresenta il percorso di una delle più controverse icone femminili del cinema americano e racconta la storia della sua tentata emancipazione come donna indipendente: da attrice ad emarginata fino alla consacrazione di icona pop del fumetto. Una donna colta e coraggiosa, Louise Brooks, che tuttavia è stata schiacciata dal suo stesso voler essere libera e ribelle, da pregiudizi e stereotipi.

Il 16 marzo è la volta di “Tutto a suo nome” scritto e diretto da Alessandra Schiavoni con Andrea Zanacchi. La pièce racconta la storia di un 37enne disoccupato, ex brillante ingegnere privato di qualunque aspettativa sul futuro e ormai costretto a vivere a casa di sua madre. Il progetto del suicidio disturbato dalle incursioni telefoniche di Gabriella, la vicina sospettosa ed invadente, sono solo alcuni degli appuntamenti tragicomici che conducono al cuore della pièce. “Si tratta di un testo che disegna il periodo storico che stiamo vivendo – dice Sara Damonte – avvicinando lo spettatore alla crisi della perdita del lavoro ma con leggerezza e ironia”.

Il 17 marzo alle 17 arriva l’ultimo spettacolo per bambini della stagione, “Le monellate di Shick e Shock”, produzione del Sipario Strappato, scritto e diretto da Lazzaro Calcagno. “Due anni fa – ricorda Sara Damonte – abbiamo portato questo spettacolo in giro come artisti di strada, nelle piazze, uno show che nasceva dall’esigenza di tornare a respirare dopo la pandemia. In questa stagione verrà riproposto ampliato e arricchito”.

Si prosegue il 23 marzo con “La nonna”, grottesca commedia in due atti di Roberto Cossa che racconta la storia di una famiglia di origini italiane nell’Argentina degli anni ’70. La famiglia è formata da padre, madre, figlia, una zia, una nipote e una nonna di 104 anni che vuole mangiare in ogni momento, costringendo i parenti a procurarle cibo di continuo, arrivando quasi a prosciugare i guadagni di tutti. “È una metafora – spiega Sara Damonte – in cui la nonna simboleggia lo stato argentino. Si tratta di uno dei testi più conosciuti e rappresentati del teatro argentino”.

Il 6 aprile si parla di scontri generazionali con “Uccidiamo il re”, finalista al festival Inventaria 2023, con Alessandro Cosentini e Massimiliano Aceti (regista e autore). È la storia di due fratelli che si ritrovano nella casa del padre anziano, facoltoso imprenditore edile. Uno è andato via di casa da giovane, tagliando i ponti con il padre. L’altro ha deciso di rimanere al fianco dell’imprenditore, ma viene costantemente trattato come un incapace. I due fratelli si lanciano accuse e recriminazioni, ma su una cosa sono d’accordo: il padre è stato la causa di tutto. Decideranno dunque di accelerare il suo destino inesorabile con piccole dosi di cicuta.

Il 13 aprile si ride con Enrique Balbontin e il suo spettacolo “Educazione liguriana”, in cui ripercorre la sua infanzia, adolescenza e maturità nella natìa Liguria. Sarà il pretesto per raccontare bizzarri aneddoti ed episodi tutti da ridere realmente accaduti: come quella volta che si è buttato in acqua a due anni a febbraio a Boccadasse, o il primo arresto alle Hawaii, la telefonata in acido con la nonna, la variopinta fauna dello strampalato studio legale nei caruggi e tanto altro. Un punto di vista “glocal”, rigorosamente scorretto, sugli ultimi 50 anni.

Il 20 aprile si torna a parlare di Odissea con “Telemaco Prigioniero” della compagnia teatrale Prometeo Liberato: è una libera interpretazione dell’opera di Omero, in chiave moderna, con l’uso colto della lingua siciliana, basandosi sulla traduzione della scrittrice messinese Rosa Gazzara Siciliano. Nella trasposizione dal greco al siciliano, è stato possibile mantenere fedelmente sintassi e ritmo epico. Uno spettacolo profondo, intenso e brillante, un insieme di teatro, canto, cunto e avanspettacolo.

Il 27 aprile è la volta del teatro dialettale con “Tutti sitti o l’è domenega”, commedia brillante in tre atti di Franco Damonte, portata in scena dalla compagnia Don Bosco e ambientata a Varazze negli anni ‘60. Tognin Parodi, semplice impiegato, sopporta le numerose angherie che la vita gli propone: la vedovanza precoce, la suocera in casa, un vicino super fortunato. Insomma, un Fantozzi ante litteram. Perciò pretende che almeno la domenica sia dedicata al relax e al silenzio. Ma la presenza di un famigerato bandito e di altri mille inconvenienti metteranno il gioco il suo meritato riposo.

Si arriva al 4 maggio con il family show “Il grande mimo Pistillo” d Andrea Viganò, direttamente da “Colorado”: ispirato alle raffinate maniere di Charlie Chaplin e all’eleganza di Fred Astaire, Pistillo porterà in scena la voglia di giocare e scoprire il mondo come un bambino unita alle delicate e molteplici virtù di un clown tanto romantico quanto folle. Un bastone bianco e rosso è lo strumento magico mediante il quale riesce a dare forma alla trasparenza e rendere visibile ciò che è invisibile, alternando poesia e comicità.

L’11 maggio torna una produzione del Sipario Strappato: “Cocaina”, per la regia di Lazzaro Calcagno. È la sera di Capodanno e Bernardo, Spillo e Chiara si ritrovano in uno scantinato; sono persone in apparenza normali, non si conoscono, non si sono mai visti prima, ma sono accomunati dalle stesse due cose: tutti e tre sono lì per comprare della cocaina e tutti hanno un segreto da nascondere. Come in un moderno “Aspettando Godot” attendono il pusher, che sembra essere svanito nel nulla, e le loro storie personali si intrecciano.

Il 18 maggio torna il teatro dialettale con due protagonisti di eccezione: i comici Carlo Denei e Stefano Lasagna in una speciale versione di “Di cabaret si muore” tradotta in genovese, ovvero “Pe rîe se peu moî”. La commedia parla di due squattrinati cabarettisti: purtroppo per loro la concorrenza è sempre più spietata, i colleghi comici sono tanti e le serate organizzate per loro due sempre meno. Poi improvvisamente iniziano ad accadere fatti inquietanti, ma che potrebbero aumentare le loro chance artistiche.

La stagione si conclude il 25 maggio con “Lo scemo in televisione” della compagnia Andrej, interpretato da Andrea Santonastaso (e con la grande partecipazione di Pippo Santonastaso). Andrea parla del padre (e dello zio Mario) con il rispetto, la devozione, la memoria e la precisa documentazione di chi quella carriera l'ha vissuta da “figlio di...”. Lo fa fino al momento in cui si rende conto che non è in scena da solo. Perché in scena con lui c'è, in carne ed ossa e, soprattutto, sketch, il protagonista di quei ricordi Pippo Santonastaso (il fratello Mario non c'è più ma è come se ci fosse). Nell’ambito della serata a Pippo Santonastaso andrà il primo premio del Sipario Strappato.

A fine stagione, come sempre, torna il festival teatrale “Nena Taffarello”, per la quinta edizione, venerdì 31 maggio, sabato 1 giugno, venerdì  7 e sabato 8 giugno: la kermesse è rivolta alle compagnie dialettali liguri e dedicato all’attrice che aveva contribuito a fondare il Sipario Strappato insieme all’attuale presidente del teatro, Lazzaro Calcagno, con l’obiettivo di creare uno spazio in cui i giovani potessero trovare un riscatto.


IL CIRCUITO SPIRALI


Come già scritto sopra, alcuni spettacoli fanno parte del “Circuito Spirali” portato avanti dal teatro Il Sipario Strappato di Arenzano, i Cattivi Maestri/Officine Solimano di Savona, il Garage e l’Ortica di Genova e il Teatro delle Udienze di Finale Ligure


Il progetto nasce con l'intento di creare una sinergia sempre più stretta tra le realtà teatrali collocate in diversi punti del territorio ligure, grazie a una programmazione condivisa che prevede la circuitazione di diversi spettacoli nei rispettivi spazi. Questi teatri rappresentano un presidio culturale importante in zone periferiche del territorio, garantendo accesso alla cultura a un tipo di pubblico trasversale, dai bambini agli adulti. L’obiettivo è sostanzialmente quello di creare opportunità lavorative specie per le donne che con difficoltà cercano di emergere nel settore dello spettacolo, aprendo non solo alle professionalità locali ma anche a quelle nazionali. Quindi la prevalenza di personale coinvolto nel progetto è femminile, con spazio particolare dato alla fascia d’età inferiore a 35 anni.


Per questa stagione “Spirali” avrà anche un proprio abbonamento trasversale per cui sarà possibile vedere tre spettacoli in tre teatri diversi a 25 euro: una promozione per incentivare la frequentazione dei diversi teatri che propongono la rassegna.