Blue Tongue, la preoccupazione degli allevatori liguri: "Aziende a rischio chiusura"
di Gilberto Volpara
Alcuni casi rilevati in Vallestura
La paura dell'incertezza. Gli allevatori di Liguria in ansia per le conseguenze della Blue Tongue: la malattia infettiva non contagiosa che viene trasmessa da piccoli insetti che si nutrono del sangue di altri animali. Non è la prima volta che il virus si affaccia nel nord ovest italiano, un'epidemia si era registrata circa 20 anni fa, ma adesso le varianti fanno paura: ghiandole e lingua ingrossate, difficoltà di respirazione tra i sintomi.
Dalle pecore si è passati ai bovini con alcuni casi registrati in Vallestura, al momento, senza segnalazioni di morte. Molti allevatori stanno rinunciando anche agli eventi pubblici che storicamente, nel mese di settembre, portavano gli animali a contatto con il pubblico nelle fiere rurali di paese.
A telenord.it interviene Giampaolo Risso, allevatore di mucche Cabannine di Serra Riccò alle spalle di Genova: "E' un grande problema, non per la carne che risulta sicura anche del capo eventualmente abbattuto. C'è preoccupazione, però, per l'eventuale onda mediatica della cosa che potrebbe portare a un contraccolpo decisamente negativo per il nostro settore qualora venisse raccontata in modo distorto. Ma, in modo particolare, il fatto grave è che in caso di contagio la singola azienda verebbe bloccata per due mesi. Questo significa nessuna entrata, nessuna uscita, nessuna vendita, nessun pascolo. Capite che le conseguenze commerciali e sociali potrebbero diventare, potenzialmente, devastanti".
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