Carige, la mossa di Malacalza non dovrebbe compromettere la situazione patrimoniale
di Redazione
La prima udienza prevista per il 20 maggio
La causa dei Malacalza su Carige punta contro l'imponente "trasferimento forzoso di ricchezza" dai vecchi ai nuovi azionisti della banca, che avrebbero sottoscritto a un prezzo molto basso e vantaggioso l'aumento di capitale da 700 milioni di euro del 2019. La causa chiede quasi 482 milioni di euro di risarcimento in solido a Fitd, Svi, Ccb e Carige.
Uno degli argomenti per impugnare la delibera dell'assemblea di Carige del 20 settembre 2019 nell'azione legale dei Malacalza contro Carige, Fitd e Ccb, è che sia stato illegittimamente escluso il diritto di opzione degli azionisti. Si sostiene nel dettaglio che era necessario che tale esclusione venisse adeguatamente spiegata e illustrata (art. 2441 comma 5 del codice civile). Malacalza aveva il 27,5% della banca e, a valle della ricapitalizzazione, è diluita a poco più del 2%. L'azione sostiene poi che la delibera non è valida perché il prezzo delle azioni è stato determinato in violazione del principio della parità contabile, senza che siano cioè collegate al patrimonio netto. Al 30 giugno 2019 era stato indicato in 1,5 miliardi di euro, si sostiene, per diventare 30 volte di meno all'assemblea. L'atto punta anche contro una fissazione del prezzo delle azioni in violazione dell'art. 2441 comma 6 del codice civile.
Ci si attende che la prima udienza nella causa avviata su Carige dalla Malacalza Investimenti, con una richiesta di risarcimento al Fitd, allo Svi, a Ccb e alla stessa Carige, possa essere verso il 20 maggio. La controdeduzione delle parti citate è attesa indicativamente il 30 aprile. Le date però potrebbero variare, perché potrebbero venir riunite altre cause, presentate da altri soggetti. L'azione legale è stata preparata da Giorgio De Nova di Allen & Overy e sarebbe stata depositata ieri. La richiesta di risarcimento non dovrebbe comunque compromettere la situazione patrimoniale di Carige, secondo quanto risulta, perché la responsabilità solidale prevede che concorrano tutti i soggetti citati, a partire da quelli che hanno sottoscritto l'accordo quadro su Carige, ovvero il Fondo interbancario, anche tramite lo Schema volontario, e Cassa centrale banca.
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