Caso Toti, prossima settimana Signorini deciderà se patteggiare
di Redazione
Da lunedì le difese sentiranno le intercettazioni non depositate
La settimana prossima sarà cruciale per Paolo Emilio Signorini, l'ex presidente dell'Autorità portuale arrestato il 7 maggio nell'inchiesta per corruzione che ha portato ai domiciliari l'ex governatore Giovanni Toti e l'imprenditore Aldo Spinelli. L'ex manager pubblico, infatti, deciderà se optare per un patteggiamento o il rito ordinario nel processo immediato che inizierà il prossimo 5 novembre. I difensori di Signorini, gli avvocati Enrico e Mario Scopesi, hanno comunque tempo fino al 15 settembre ma nei prossimi giorni potrebbero partire i primi incontri con i pm titolari dell'indagine, i sostituti Federico Manotti e Luca Monteverde. Se l'ex presidente dell'Authority decidesse per il patteggiamento uscirà dal processo a carico di Toti e Spinelli e potrà essere sentito come teste assistito: dovrà essere ascoltato con la presenza del suo avvocato in aula ma, soprattutto, non potrà avvalersi della facoltà di non rispondere. Procura e difensore potrebbero concordare una pena sotto i quattro anni che, con la custodia preventiva già scontata visto che è l'unico ancora ai domiciliari, potrebbe consentirgli di non tornare in cella e di chiedere l'affidamento ai servizi sociali. Signorini aveva chiesto ai pm un interrogatorio investigativo durante il quale aveva semplicemente detto di "avere fatto delle leggerezze". Da lunedì i legali di tutti gli imputati potranno iniziare l'ascolto delle intercettazioni non depositate. La procura ha stilato una sorta di protocollo: i difensori non potranno portare dispositivi che possano registrare e gli accessi saranno "collegabili" ai legali tramite una password.
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