Deve scontare 16 anni per un omicidio: si presenta nel carcere più confortevole
di Michele Varì
Guido Morso, l'autore del delitto di Molassana, "evade" i domiciliari per evitare Marassi
Consapevole di andare incontro ad una lunga detenzione in carcere visto dopo la condanna a 16 anni per l'omicidio di Molassana, il pregiudicato genovese Guido Morso appena ha appreso che la pena era esecutiva ha evaso gli arresti domiciliari dalla sua casa di Castelletto e ha raggiunto il penitenziario di Massa, uno dei più confortevoli istituti del nord Italia, evitando così di finire nella cajenna di Marassi, fra le carceri più sovraffollate ed invivibili.
Nelle stesso ore il padre Enzo, anch'egli coinvolto nell'indagine, ma solo per la ricettazione di una pistola, conscio di dovere scontare solo pochi anni, in teoria un paio, ha fatto la scelta opposta: ha lasciato la sua casa nel centro storico e si è costituito nel carcere di Marassi.
Guido Morso è stato condannato per l’omicidio di Davide Di Maria, commesso in un appartamento di Molassana nel pomeriggio del 17 settembre 2016. Assolto in appello dall’omicidio il padre, Vincenzo, condannato solo per la ricettazione e il possesso di armi a 3 anni e 4 mesi. Figlio e padre sono difesi dagli avvocati Riccardo Lamonaca e Mario Iavicoli. I legali hanno spiegato la decisione di Guido Morso di recarsi nel carcere di Massa solo ed esclusivamente per avere più opportunità di un reale reinserimento sociale, "che poi dovrebbe essere il fine della detenzione".
Nel delitto era coinvolto anche Marco N’Diaye, proprietario dell'abitazione teatro dell’omicidio: in primo grado condannato a 7 anni e 8 mesi, ha patteggiato in appello lo spaccio di droga e il possesso di una pistola aggiungendo due anni di reclusione alla condanna che sta già scontando per una rapina avvenuta il giorno precedente e collegata ai fatti per un totale di 5 anni e nove mesi di reclusione.
Secondo i poliziotti della omicidi della squadra mobile il movente dell’omicidio era legato a debiti di droga non saldati tra i Morso e il gruppo formato da N’Dyaie, Di Maria e un terzo giovane: il giovane pusher era stato ucciso nel corso di una colluttazione con una coltellata al ventre.
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