Un quintale di cocaina fra calamari, ma allo sbarco nessuno l'ha ritirato
di Michele Varì
1 min, 48 sec
Il maxi sequestro al Vte di Voltri. La droga forse destinata alla 'ndrangheta
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Fra i calamari surgelati nel container frigo c'era nascosto un quintale di cocaina occultato in due borsoni. I poliziotti della squadra mobile lo sapevano e così per giorni sono rimasti appostati, a marcare stretto il contenitore, prima nel piazzale del Vte, poi in un'importante ditta dell'hinterland milanese dove il container era destinato. Ma i narcotrafficanti non si sono mai visti. Forse perché hanno capito che la polizia si era accorta di tutto, o forse perché qualcosa è andato storto.
La squadra mobile ha sequestrato la droga in collaborazione con il personale delle Dogane in un container sbarcato da una nave battente bandiera del Panama che era partita dal Perù, eppoi dopo tappe in Turchia e al Pireo era attraccata circa una settimana fa al Vte di Genova. La cocaina, ipotizzano gli investigatori diretti da dirigente Marco Calì potrebbe essere stata destinata alla 'ndrangheta, visto che da ormai da anni la criminalità calabrese sembra avere scelto il porto commerciale di Voltri come base per l'importazione dei grossi quantitativi di stupefacente in arrivo aldilà del Pacifico. Sotto la lente sono finiti portuali e marinai. Le indagini in tal senso sono ancora all'inizio.
La droga aveva un valore commerciale di circa 1 milione di euro ed era destinata all'hinterland milanese. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, coordinati dal sostituto procuratore della Dda Federico Manotti, la coca, suddivisa in panetti, era stata messa in due borsoni posizionati proprio dall'apertura del container, in modo da essere presi con un semplice gesto rapido. A gennaio, le fiamme gialle avevano sequestrato 2 tonnellate di polvere bianca, mentre a novembre la mobile aveva effettuato un sequestro di 270 chili di eroina, il carico più ingente degli ultimi 30 anni.
Nei prossimi giorni verranno esaminate le immagini delle telecamere dei movimenti avvenuti negli scali marittimi toccati dal cargo prima di attraccare al porto genovese, in particolare le soste nei paesi del Sud America per individuare con certezza il porto di partenza della cocaina. Inoltre, con l’ausilio della squadra mobile di Milano, è sotto la lente d’ingrandimento l’area del milanese destinataria della merce trasportata nel container, dove si ipotizza fosse destinata la droga.
Michele Varì
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