Elezioni: famiglie e servizi all'infanzia, Lodi (Azione) replica a Piciocchi, "In otto anni nessuna risposta concreta"
di steris
"Molti assessori sono oggi nuovamente candidati. Il timore è che, se rieletti, continuino sulla stessa linea: l’immobilismo"

Cristina Lodi, consigliere comunale di Azione e segretario regionale del partito di Carlo Calenda, interviene con una secca replica alle recenti dichiarazioni del candidato Piciocchi (leggi qui) in tema di politiche familiari. Pur dichiarando di non voler strumentalizzare il tema in campagna elettorale, Cristina Lodi ritiene doveroso chiarire alcuni punti su cui – a suo avviso – l’amministrazione uscente avrebbe dimostrato gravi mancanze.
"In otto anni – sottolinea – la giunta Bucci non ha mai affrontato seriamente il problema delle liste d’attesa per i nidi. Basti pensare che nel 2024 le domande inevase sono state 1.711, con oltre 800 famiglie rimaste senza posto. Anche quest’anno più di 700 famiglie attendono una risposta".
Cristina Lodi riconosce che il PNRR potrebbe portare qualche beneficio, ma evidenzia come alcune soluzioni proposte dall'opposizione siano state ignorate per anni e solo recentemente prese in considerazione: tra queste, la creazione di un osservatorio per favorire il dialogo tra domanda e offerta e permettere ai genitori – spesso costretti a rinunciare al lavoro – di trovare un equilibrio tra vita familiare e professionale. "La giunta ha dato per scontato che i posti non ci fossero – accusa – senza cercare soluzioni, nonostante il contesto di un calo demografico che, paradossalmente, avrebbe dovuto facilitare l’accesso ai servizi".
L'esponente di Azione punta il dito anche contro la continuità nelle scelte: "Molti assessori che non si sono distinti in questo ambito sono oggi nuovamente candidati. Il timore è che, se rieletti, continuino sulla stessa linea: l’immobilismo".
Non solo nidi. Cristina Lodi denuncia anche le difficoltà incontrate dalle famiglie affidatarie: "Per tre anni ho presentato ordini del giorno per ottenere l’aumento del rimborso spese, previsto dalla legge regionale. Solo di recente il Comune ha riconosciuto questa necessità. E adesso si parla di affido familiare come risorsa? Dopo otto anni suona come un proclama elettorale".
Infine, un riferimento anche alla situazione delle case famiglia non professionali: "Non sono state sostenute e molte hanno chiuso per mancanza di riconoscimento e attenzione. È scorretto – conclude Cristina Lodi – fare campagna elettorale parlando di famiglie, quando i fatti e i numeri raccontano un’altra verità".
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