L'allerta Fabio Volo entusiasma i genovesi tra selfie e firmacopie
di Giulia Cassini
L'evento di presentazione del libro "Una gran voglia di vivere" a Palazzo Ducale
Vivere è un'altalena. Ne è convinto Fabio Volo che dei sentimenti umani portati all'ennesima potenza ha fatto la sua bandiera tra le pagine dei romanzi dagli esordi a oggi e non solo. Piace e continua ad ammaliare la sua scrittura fresca, viva, senza trincerarsi dietro a nulla che non rimi con vita ed inevitabilmente con errore, se si preferisce con la parola sperimentazione. Percorsi a ostacoli evidenti, più di ogni altro legame, nei rapporti di coppia. Spesso il copione è questo: innamoramento, trasporto entusiastico poi, raggiunto il culmine della parabola, l'inevitabile discesa, senza capire nemmeno il "come, dove, quando".
Fabio Volo in "Una gran voglia di vivere" (Mondadori) racconta proprio questo: l'esaurirsi della coppia. Marco e Anna non si amano più, senza un motivo particolare, o forse si amano ancora ma non lo sanno. Niente drammi, tradimenti o colpi di testa, solo un lento ed impercettibile affievolirsi di quella fiamma che li aveva spinti l’uno tra le braccia dell’altra e fatto costruire una famiglia insieme. Una storia a tratti spiritosa, per altri versi ricca di pathos, rinchiusa nelle dinamiche di un viaggio, senza comfort zone, per di più incontrando come prima coppia italiana all'estero due innamoratissimi, alla fase della progettazione di una vita insieme. Come dire, ironia della sorte.
"Svegliarsi una mattina e non sapere più se ami ancora la donna che hai vicino - scrive Fabio Volo - la donna con cui hai costruito una famiglia, una vita. Non sai come sia potuto accadere. Non è stato un evento, una situazione, un tradimento ad allontanarvi. È successo senza esplosione, in silenzio, lentamente, con piccoli, impercettibili passi". E' un romanzo che tuttavia non parla di indifferenza, ma di vuoto, che non si riempie nemmeno con i classici target delle fedi, dei figli, della divisione delle spese e della routine. Il protagonista ha un figlio ma si sente terribilmente solo, forse è questo il più grande paradosso. E' quello che succede a tante famiglie oggi, sempre più spesso, lasciando attoniti amici e parenti.
Cosa innesta "la retromarcia" quando tutto sembra scorrere per il verso giusto? Quello di Marco e Anna sembrava un amore in grado di mantenere le promesse. "Forse l’amore, come le fiamme, ha bisogno di ossigeno e sotto una campana si spegne. Forse, semplicemente, è tutto molto complicato", dice Fabio Volo.
Il volume, edito da Mondadori, ha successo, merito tra l'altro dell'immedesimazione. "A volte i lettori mi chiedono se ho messo delle microtelecamere a casa loro" scherza Volo visto che in questo libro si rispecchiano davvero in tantissimi. E' la storia di Marco e Anna, ma potrebbe essere quella di ciascuno, a seconda del vissuto è il ricordo o il monito del valore e della fragilità del rapporto a due.
Sul finire dell'incontro a Palazzo Ducale con le Librerie Coop, moderato dal giornalista Andrea Plebe e con tanti fan che hanno sfidato l'allerta meteo, si sono toccati anche temi politici. " Siamo nell'era della politica del consenso - chiude Volo- della popolarità, come se io in casa proponessi a mio figlio tutta la sera la pizza e mia moglie ogni tanto le verdure. Ecco, gli italiani amano la pizza e i politici gliela danno, poi però il corpo si ammala. Eppure sembra che non sia così evidente, è imbarazzante. La politica andrebbe ricostruita, siamo come al Giro d'Italia quando un corridore cambia una ruota e tutti gli passano davanti".
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