Funivia del Mottarone, si complicano le posizioni: "Freni manomessi consapevolmente"
di Gregorio Spigno
"Si è corso il rischio, il sistema dei freni è stato manomesso per evitare disservizi e blocchi della funivia. I tre fermati lo hanno ammesso"
Le tre persone fermate nella notte per l'incidente alla funivia del Mottarone, tra cui il gestore dell'impianto Luigi Nerini, hanno commesso "un gesto materialmente consapevole". Lo ha detto il procuratore della Repubblica di Verbania, Olimpia Bossi, al termine degli interrogatori, spiegando che sulla cabina precipitata è stata messa la 'forchetta', ovvero il dispositivo che consente di disattivare il freno, e non è stata rimossa.
Oltre a Nerini, titolare delle Ferrovie del Mottarone, le persone fermate per l'incidente alla funivia che ha causato 14 vittime sono tre: un ingegnere, il direttore del servizio, e il capo operativo del servizio. Le accuse nei loro confronti sono omicidio colposo plurimo, disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime. Il procuratore di Verbania, Olimpia Bossi, e la pm Laura Carrera, che coordinano le indagini dei Carabinieri, hanno spiegato che nelle prossime ore chiederanno la convalida del fermo e la misura cautelare.
L'analisi dei reperti ha permesso agli inquirenti che indagano sull'incidente di accertare che "la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso". Lo ha spiegato il procuratore Bossi, secondo cui il 'forchettone', ovvero il divaricatore che tiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in caso di rottura del cavo trainante, non è stato rimosso per "evitare disservizi e blocchi della funivia. Il sistema presentava delle anomalie e avrebbe necessitato un intervento più radicale con un blocco se non prolungato consistente".
"Per ovviare a questo problema, gli operatori con il concorso e l'avvallo e l'assoluta consapevolezza del gestore e colui che era il responsabile dell'impianto, non è stato rimosso questo dispositivo. E, nel momento in cui il cavo si è spezzato, il sistema di emergenza non è potuto entrare in funzione", ha ancora spiegato la Bossi.
I tre fermi disposti nella notte dalla Procura di Verbania nell'ambito delle indagini sull'incidente alla funivia del Mottarone sono "uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti che abbiamo svolto. Nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l'esito fatale".
"Il freno non è stato attivato volontariamente? Sì, sì, lo hanno ammesso", ha detto l'ufficiale dell'Arma, il tenente colonnello Alberto Cicognani.
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