Genova: a 50 anni dall'alluvione del 1970 la città non è ancora sicura
di Michele Varì
Grido di allarme del presidente dei geologi Civelli: “Se piovesse come allora i torrenti esonderebbero anche oggi"
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Non siamo ancora al sicuro. Genova, la città delle alluvioni, a 50 anni dalla madre di tutte le alluvioni che nel 1970 uccise 43 genovesi e ha segnato la storia della città, non ha ancora concluso la sua messa in sicurezza.
Lo ammette anche Carlo Civelli, presidente dei geologi della Liguria, che ha guidato un tour sui luoghi dell'alluvione del 1970 dedicato agli studenti e ai giornalisti, per non dimenticare.
La grande alluvione del 1970 colpì soprattutto la bassa val Bisagno e Voltri per l'esondazione del Bisagno, il Fereggiano e il Leira, e tutti gli altri torrenti in piena da Ponente a Levante. In tutto 948 mm d’acqua caduti in 24 ore.
Tredici i morti a Voltri, 8 dispersi mai più ritrovati. Migliaia di sfollati, negozi devastati, crollo del ponte di Sant'Agata e di un'ala del Biscione. In quell’alluvione si registrò la prima grande mobilitazione di solidarietà in Liguria degli “angeli del fango” che spalarono per settimane nelle vie della città
Allora però non c'erano gli stati di allerta e si capisce ora dal numero delle vittime del 1970, 43 morti, quanto sono importanti.
In occasione della ricorrenza dei 50 anni di quell'alluvione l’Ordine Regionale dei Geologi della Liguria ha organizzato un tour itinerante per i giovani che aspirano a diventare geologi e anche per i giornalisti: una lezione sul campo, fra cantieri delle opere avviate per mettere in sicurezza la città, prima fra tutte la copertura sul Bisagno, e i punti segnati dal dolore del 1970. Tanto dolore che pure per oltre 40 anni non è servito per evitare altri alluvioni e altre tragedie.
Oggi con la costruzione dello scolmatore del Fereggiano, opera conclusa che devia in mare 100 metri cubi di acqua, il rifacimento della copertura del Bisagno (che fra un anno, quando sarà concluso potrà accogliere 850 metri cubi di acqua), e il grande scolmatore del Bisagno (400 metri cubi di acqua tolti alla portata del torrente) che dovrebbe essere conclusi fra quattro anni, la città è quasi al sicuro.
Ma il rischio zero non esiste. “Se oggi piovesse con l'intensità del 1970? Allo stato dei lavori ci sarebbe un'altra alluvione” ammette Civelli.
(Nella foto il puntoin cui il Ferreggiano confluisce nel Bisagno, a Marassi)
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