Genova, al Ducale "Liber. Pagine rubate e ritrovate" con i preziosi volumi rubati e ritrovati dai carabinieri
di Lorenzo Aluigi
La mostra presenta una notevole varietà di oggetti dal XIV secolo al XX secolo, da graduali e antifonari miniati a documenti d’archivio, volumi a stampa di argomento geografico, naturalistico o scientifico con ricco apparato decorativo, a volte acquare
Cosa hanno in comune un antifonario medievale, una composizione musicale su intavolatura per liuto e un libro che riporta la preghiera del Padre nostro in oltre 150 lingue e alfabeti diversi? Si tratta di pubblicazioni e antichi manoscritti illecitamente sottratti e recuperati e conservati grazie all’attività di Carabinieri e Soprintendenza.
Questi, e molti altri volumi a stampa e manoscritti, sono oggetto della mostra "Liber. Pagine rubate e ritrovate", a Palazzo Ducale di Genova, nella Sala del Munizioniere, dal 9 febbraio al 17 marzo 2024.
L’esposizione, organizzata su proposta del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Genova, con la collaborazione scientifica della Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Liguria e l’Università di Genova e il supporto di Regione Liguria e Comune di Genova, è nell’ambito delle iniziative incluse nella programmazione speciale di Genova Capitale Italiana del Libro 2023.
Quando si pensa alla illecita sottrazione di un bene culturale di solito si immagina un quadro o un reperto archeologico, ma spesso sono i libri che, per la loro rarità, le caratteristiche fisiche, il contenuto, il valore economico sono oggetto di furti su commissione. Quando si tratta di esemplari noti, descritti e catalogati, l’azione investigativa dello speciale reparto dei Carabinieri, coadiuvato sul piano tecnico dal personale delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche, consente di individuarli, recuperarli e restituirli ai legittimi proprietari: biblioteche pubbliche, archivi di Stato, istituzioni culturali, enti ecclesiastici, librerie antiquarie e collezionisti.
La mostra presenta una notevole varietà di oggetti dal XIV secolo al XX secolo, da graduali e antifonari miniati a documenti d’archivio, volumi a stampa di argomento geografico, naturalistico o scientifico con ricco apparato decorativo, a volte acquarellato a mano. E poi opere tecniche con xilografie e calcografie che rappresentavano la manualistica dell’epoca, testi editi in varie lingue e alfabeti. Non mancano volumi che hanno nell’eleganza e nella preziosità delle loro legature il motivo principale di interesse, così come edizioni rare, di cui si conosce un numero di esemplari ormai limitatissimo. Un’occasione speciale per mostrare beni di grande valore, solitamente non visibili al grande pubblico.
In tutto più di trenta opere per un percorso che propone una doppia filosofia espositiva: da una parte un andamento per lo più cronologico, ma anche una presentazione dei volumi, che tiene conto – dove possibile – della provenienza e dell’ente prestatore. Oltre ad una scheda descrittiva delle opere sono presenti le note dei Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale sulla data di asportazione e quella di recupero. Ognuno di questi preziosi oggetti sono tornati fruibili al pubblico grazie a corrette operazioni di catalogazione, microfilmatura e riproduzione compiute a suo tempo dagli enti proprietari, e, dopo la sottrazione, grazie all’opera di identificazione e riconoscimento dovuta alle indagini da parte del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, con la consulenza del personale tecnico delle Soprintendenze archivistiche e bibliografiche.
Si parte dal XIV secolo con i manoscritti miniati pergamenacei, tra cui spiccano una pagina miniata e un frammento miniato asportato dai preziosi registri dei Procuratori di San Marco, conservati all’Archivio di Stato di Venezia.
A chiusura di questa sezione è presente anche un volume d’archivio manoscritto, anche se di epoca decisamente più recente, che raccoglie i documenti relativi alla costruzione, a partire dal 1834, del Torrione di ponente dell’Albergo dei Poveri di Genova, un complesso architettonico la cui costruzione a partire dalla metà del ‘600 si protrasse fino ad oltre la metà del XIX secolo.
Da segnalare inoltre un incunabolo del 1482 che rappresenta la prima edizione a stampa, l’editio princeps, degli Elementi di geometria di Euclide, che rappresentano una delle più influenti opere nella storia della matematica e sono rimasti uno dei principali testi per l'insegnamento della geometria fino ai nostri giorni; si tratta, in generale, di uno dei primi testi matematici stampati a caratteri mobili, in cui è stata superata la difficoltà tecnica di riprodurre contemporaneamente testo, diagrammi e disegni geometrici.
Sempre da Genova, e dalla sua Biblioteca Universitaria proviene un rarissimo pezzo, l’Intabolatura di liuto (1561) di Giacomo Gorzanis, una partitura per liuto redatta con un sistema, detto “intavolatura”, costituito dalla rappresentazione grafica della tastiera dello strumento nei vari momenti dell'esecuzione: un metodo alternativo al pentagramma per scrivere la musica degli strumenti a corda. L’esemplare della Biblioteca Universitaria è l’unico ad oggi censito nel Sistema Bibliotecario Nazionale ed è assente dai cataloghi anche a livello internazionale; si tratta quindi di un’opera rarissima nella sua edizione originale. In occasione del suo furto, il volume è stato rimaneggiato: nel separare quest’opera da Il Secondo Libro de intabulatura di Liuto (Venezia 1563), con cui era rilegata, il frontespizio è stato mutilato dei segni di riconoscimento dell’esemplare, ossia il timbro “Biblioteca della R. Università di Genova”. La rimozione è leggibile nella copia tratta dal microfilm, che si espone per un confronto: purtroppo la seconda parte, del 1563, non è mai stata recuperata.
Sono da segnalare inoltre diversi testi con tavole architettoniche: un “Vitruvio” stampato nel 1511, l’Idea dell’architettura universale di Scamozzi edito a spese dell’autore nel 1615, De’ disegni delle più illustri città e fortezze del mondo di Giulio Ballino, del 1569, che rappresenta uno dei primi atlanti illustrati con incisioni delle città fortificate italiane e straniere ed ha un importante interesse strategico militare: tra queste incisioni compare la descrizione della città di Genova.
Chiudono la mostra due imponenti edizioni bodoniane, che furono inviate, con altre, dal tipografo Giambattista Bodoni all’Esposizione Universale di Parigi del 1806, dove gli procurarono il riconoscimento della medaglia d’oro.
Si tratta del Cyperus Papyrus (1796) del botanico Domenico Cirillo, martire della Repubblica Napoletana del 1799, edizione molto rara perché la casa del Cirillo, dove erano state inviate molte copie del volume, venne data alle fiamme dai suoi avversari dopo la sua condanna a morte.
L’altra edizione, a chiusura del percorso, è l’Oratio Dominica in CLV linguas versa (1806), che contiene la traduzione in 155 lingue della preghiera del Padre Nostro: il più vasto catalogo di alfabeti e di caratteri tipografici mai pubblicato. Ogni pagina è un capolavoro d’eleganza e di architettura tipografica e la successione dei più strani caratteri nei più remoti idiomi accresce la suggestione di questo libro unico al mondo, una grandiosa impresa tipografica.
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