Genova, crollo Ponte Morandi: oggi la decisione sui rinvii a giudizio
di Redazione
Il giudice per l'udienza preliminare Paola Faggioni valuterà le posizioni dei 59 imputati e le richieste di patteggiamento presentate da Autostrade e Spea
E' l'ultimo passaggio prima dell'inizio del processo.
Oggi, giovedì 7 aprile, il giudice per l'udienza preliminare Paola Faggioni deciderà chi tra i 59 imputati rinviare a giudizio per il crollo del ponte Morandi (14 agosto 2018, 43 vittime) e se accogliere i patteggiamenti chiesti dalle due società Autostrade e Spea, che all'epoca si occupava delle manutenzioni.
I legali di alcuni imputati, tra cui l'ex ad di Aspi Giovanni Castellucci, avevano ricusato il gup perché aveva firmato le ordinanze cautelari nel procedimento sulle barriere fonoassorbenti pericolose. A loro parere sarebbe stato violato il principio di imparzialità visto che il magistrato aveva già espresso un giudizio sul crollo del Morandi.
Sia i giudici di appello che quelli di Cassazione avevano respinto la richiesta.
L'udienza preliminare è durata poco più di cinque mesi
I pubblici ministeri hanno parlato per 11 udienze alla fine delle quali hanno chiesto il rinvio a giudizio per l'ex ad di Aspi Giovanni Castellucci e gli altri 58.
"Il Morandi - hanno detto i pm - era una bomba a orologeria. Si sentiva il tic tac ma non si sapeva quando sarebbe esploso".
A metà marzo le due società, dopo il parere favorevole della procura, hanno chiesto di uscire dal processo con il patteggiamento pagando circa 30 milioni.
Le indagini della guardia di finanza sono durate oltre tre anni.
Due gli incidenti probatori: uno sullo stato del viadotto al momento della tragedia e il secondo sulle cause che hanno provocato il crollo.
Per potere celebrare le udienze in piena emergenza covid è stata allestita una tensostruttura al centro di palazzo di giustizia per ospitare le oltre 200 persone tra parti civili, imputati, avvocati.
Per raccogliere e analizzare tutto il materiale informatico e cartaceo sequestrato la procura ha acquistato un super "cervellone", composto da un software e un hardware avanzatissimi.
Le accuse, a vario titolo, sono omicidio colposo plurimo, omicidio stradale, omissione d'atti d'ufficio, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso e omissione dolosa di dispositivi di sicurezza sui luoghi di lavoro.
Secondo l'accusa, buona parte degli indagati immaginava che il ponte sarebbe potuto crollare ma non fecero nulla.
Dopo il crollo erano nati altri tre filoni di indagine: quella sui falsi report sui viadotti, quella sulle barriere fonoassorbenti pericolose e quella sui falsi report sulle gallerie e la loro mancata messa in sicurezza. I tre filoni, che vedono indagate circa 40 persone di cui molte coinvolte anche nel crollo, sono stati riunificati in un unico fascicolo ed entro l'estate verranno chiuse le indagini.
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