Genova, femminicidio di San Biagio: sì al rito immediato per l'operaio che strangolò la moglie
di Redazione
Il processo in corte d'assise inizierà il prossimo 13 febbraio. Il pubblico ministero che ha coordinato le indagini dei carabinieri ha contestato la premeditazione
È stato disposto il giudizio immediato per Sebastiano Cannella, l'operaio di 58 anni che a luglio ha strangolato con una corda la moglie Marzia Bettino da cui si stava separando, nel quartiere di San Biagio a Genova. Il processo in corte d'assise inizierà il prossimo 13 febbraio. A Cannella il pubblico ministero Federico Panichi, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, ha contestato la premeditazione perché la corda usata aveva un nodo scorsoio. Una ricostruzione contestata dai legali dell'uomo, gli avvocati Marco Piccardo e Roberto Ruggiero.
Il pm aveva fatto eseguire una consulenza psichiatrica da cui è emerso che l'operaio è capace di intendere e volere. I militari, nel corso della perquisizione gli avevano anche trovato e sequestrato un coltello. Canella aveva raccontato la sua versione dei fatti al giudice per le indagini preliminari, nel corso dell'interrogatorio. "All'ennesimo rimprovero ho visto tutto nero e non ho capito più nulla. Volevo riallacciare i rapporti con lei e invece ho spento la vita della donna che amavo. Sono pentito di quello che ho fatto".
Secondo quanto ricostruito dai carabinieri, l'operaio ha ucciso la moglie in una dependance di pertinenza della loro villetta usando una corda. Poi si è allontanato e a iniziato a vagare per la Valpolcevera per poi chiamare i carabinieri dalla stazione di Pontedecimo e confessare al telefono l'omicidio. Cannella era geloso e secondo l'accusa non avrebbe accettato la separazione e anche di dovere lasciare la casa di proprietà della moglie che aveva contribuito a ristrutturare.
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