Genova, Monsignor Oliveri: "Michelino ha insegnato a vivere e non subire la malattia"
di Redazione
Commozione a Sampierdarena per l'ultimo saluto a Michele Cargiolli, simbolo della lotta contro la sindrome di Lesh-Nyhan
"Michele ci ha insegnato a vivere e non a subire la malattia". Con queste parole stamane, nella chiesa della Cella, monsignor Oliveri ha celebrato il funerale di Michele Cargiolli, 35 anni, il piccolo (era noto come Michelino), grande eroe di Genova Sampiredarena e non solo per la sua battaglia contro la malattia rara che lo affliggeva, la sindrome di Lesh-Nyhan e per la rete di solidarietà che aveva attivato con la sua esperienza.La storia di Michele sembra una favola, purtroppo senza lieto fine. Nel 1989 un neonato di Milano era stato abbandonato due volte in un ospedale del capoluogo lombardo, prima dai genitori naturali e poi da una coppia candidata all'adozione, che si era tirata indietro per via dell'importante patologia congenita del bimbo.
Si fece avanti allora, dopo aver appreso la notizia dai media, una famiglia di Sampierdarena: Franco Cargiolli e Paola Mazzuchi, che avevano già i tre figli Chiara, Stefano e Marco. Adottarono Michele e avviarono una campagna di informazione e sensibilizzazione sulla lotta alle malattie rare, poco seguite dalla ricerca scientifica applicata all'industria farmaceutica. Nel 2009 i genitori di Michele vennero nominati cavalieri al merito della Repubblica dal presidente Napolitano.
Michele aveva scritto anche un libro, "La piuma d'oro", ed era un appassionato tifoso della Sampdoria.
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