Lavoro, in Liguria è boom di nuovi contratti da marzo a maggio rispetto al 2020
di Edoardo Cozza
Dopo la frenata di gennaio e febbraio, i numeri tornano a crescere. Toti e Berrino: "Maggio cresce anche rispetto al 2019: segnale positivo"
Secondo i dati delle comunicazioni obbligatorie raccolti e analizzati da Regione Liguria, il numero dei liguri che hanno firmato un nuovo contratto di lavoro nel primo trimestre 2021 è inferiore del 15,6% rispetto allo stesso periodo del 2020 (-7.699), ma già nel mese di marzo 2021 le assunzioni iniziano a salire del 9,2% (+1.271 unità) rispetto a marzo 2020. Ad aprile crescono del 173,3% (+10.445 unità) e a maggio del 131,2% (+15.421 unità), sempre rispetto agli stessi mesi del 2020.
"I numeri dei primi due mesi di quest'anno - commentano il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti e l'assessore all'Occupazione Gianni Berrino - risentono inevitabilmente della situazione che la nostra regione, come tutto il Paese e l'intera Europa, ha vissuto nei mesi invernali, tra chiusure e blocco degli spostamenti. Da marzo, con il proseguire e la successiva estensione della campagna vaccinale, si assiste nettamente a un rimbalzo, con segnali concreti di ripartenza. Le aziende ricominciano ad assumere. Un dato particolarmente significativo - precisano Toti e Berrino - riguarda il mese di maggio 2021: facendo un confronto con il 2019, l'anno prima della pandemia, si può vedere come i nuovi assunti di maggio 2021 superino anche il numero di quelli di maggio 2019 (+24,3%, +5.380 unità)".
Analizzando i diversi ambiti, tra aprile 2020 e aprile 2021, per quanto riguarda l'agricoltura gli assunti sono cresciuti del 56,6% (+201 unità), nell'industria del 278,2% (+1.836 unità) e nei servizi del 166,7% (+8.305 unità). Confrontando i dati tra maggio 2020 e maggio 2021, per quanto riguarda l'agricoltura gli assunti sono saliti del 41,5% (+170 unità), nell'industria del 49,4% (+922 unità) e nei servizi del 150,9% (+14.249 unità).
Nel tardo pomeriggio il presidente della Liguria interviene ancora sul tema: "I dati dell'occupazione sono davvero incoraggianti, ma ovunque io vada, le imprese mi dicono che non trovano camerieri, addetti alle spiagge, stagionali negli alberghi, personale per le cucine e molto altro. La spiegazione è semplice: il reddito di cittadinanza. Molti preferiscono non lavorare neppure 4 o 5 mesi perché perderebbero il sussidio. Non va bene! Il Paese è tornato a correre, le persone devono vivere del loro lavoro. Cambiamo subito le regole. Giusto aiutare chi non ha un impiego, ma è ingiusto far pagare con le tasse degli italiani chi lo rifiuta. O peggio chi vorrebbe un contratto in nero per non perdere il reddito di cittadinanza".
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