Liguria, corruzione: voto di scambio, nuovo filone dei pm su assegnazione case popolari
di Redazione
Sotto la lente degli investigatori alcune richieste "inusuali" pervenute a Matteo Cozzani, ex capo di gabinetto di Toti
Dalle nuove carte depositate dalla Procura di Genova, nel filone sul voto di scambio dell'inchiesta che il 7 maggio scorso aveva portato agli arresti Toti, Spinelli e Signorini, spunta una nuova pista. Si tratta di una serie di richieste che i pm definiscono "inusuali", rispetto all'assegnazione di case popolari e ai curriculum di alcune persone cui trovare un posto di lavoro. I destinatari di quelle richieste non ne capivano le ragioni, ma ai pm ribadiscono che Matteo Cozzani (nella foto), all'epoca capo di gabinetto del presidente della Regione, "seguiva personalmente gli iter e voleva essere aggiornato".
Il dettaglio che insospettisce gli investigatori, scrive il Secolo XIX, è che le stesse persone per le quali chiedeva ai suoi referenti di attivarsi erano collettori di voti per le Regionali 2020, sulle quali ancora Cozzani era plenipotenziario su delega di Toti.
Sia Cozzani che Toti sono accusati di aver preso tangenti da vari imprenditori e di corruzione elettorale perché a detta dei pm avevano chiesto di procacciare voti ai fratelli gemelli Arturo e Italo Testa (rappresentanti dei riesini in Valpolcevera) in cambio di favori specifici.
Tra i personaggi ascoltati da pm Carlo Sacchetti, dipendente regionale il cui nome era emerso dalle intercettazioni, in primis da un'intercettazione ambientale di tre anni fa. È il 26 marzo 2021 e, secondo chi indaga, Cozzani lo convoca nel suo ufficio per chiedergli un aiuto pratico. Deve lavorare per assicurare un cambio di casa popolare a Biagio Zambitto, a sua volta inquisito e accusato d'aver assicurato voti ai candidati di Toti in cambio del trasferimento da un appartamento di Arte a un altro. Sacchetti risponde ai pm: "Sono stato convocato dal capo di Gabinetto, Matteo Cozzani, il quale nel suo ufficio mi ha sottoposto all'attenzione la pratica inviata da Zambitto, già protocollata da Arte, e mi ha chiesto di attenzionarla… era una pratica di un ultrasettantenne che voleva un cambio alloggio perché il suo necessitava di manutenzioni e la richiesta è analoga a quelle che mi pervenivano dall'assessore, con l'unica differenza che l'origine di questa era del capo di Gabinetto. Ho inoltrato l'allegato all'amministratore unico di Arte Genova".
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