Dazi USA, parla Schenone: “Rischio recessione globale, serve una risposta europea”

di Carlotta Nicoletti - Matteo Cantile

L’imprenditore portuale avverte: l’impatto sui traffici è imminente. E sull’Europa: “Unita può contare, da sola non vale nulla”

I dazi imposti dagli Stati Uniti potrebbero presto tradursi in un rallentamento tangibile per l’export italiano. A dirlo è Giulio Schenone, imprenditore portuale, che al TGN Today lancia un allarme chiaro: “Siamo in una fase di stallo, i traffici verso gli USA si stanno ricalibrando. Il rischio è una recessione globale”.  

Traffici portuali – “Al momento non si registra un calo netto, ma il rallentamento è già iniziato, soprattutto per prodotti come il vino. Gli importatori americani attendono di capire se i costi extra potranno essere scaricati sul mercato”, spiega Schenone. L’incertezza frena gli ordini, ma gli effetti più pesanti si vedranno “nelle prossime settimane o mesi”.

Approccio USA – Secondo l’imprenditore, quello di Trump è un approccio “transazionale”, più politico che economico: “Fa qualcosa per ottenere qualcosa in cambio, parla alla pancia del suo elettorato. Ma a lungo andare gli effetti saranno depressivi anche per l’economia americana”.  

Squilibrio commerciale – I dazi colpiscono le merci, non i servizi. “Gli Stati Uniti esportano servizi come quelli di Apple, Netflix, Amazon. L’Europa potrebbe legittimamente reagire con nuove tassazioni su quei settori. Ma servirebbe coesione”.  

Europa assente – “O l’Europa si sveglia e agisce in modo coordinato, o resterà irrilevante. Solo unita può contare qualcosa”, avverte Schenone, che auspica una politica estera ed economica comune.  

Cantieristica e riforme – Sul fronte portuale, Schenone sollecita la nomina del nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale di Genova, vacante da 18 mesi. “Serve una guida con pieni poteri. È ora di uscire dalla fase commissariale”.

 

 

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