Marta Vincenzi: la sentenza di oggi chiude un'epoca
di Paolo Lingua
Dall'alluvione 2011 gli amministratori applicano alla lettera le normative con eventuali mugugni da parte dei cittadini e non ci sono state più denunce
La sentenza della Corte d’appello di oggi sulla tragica vicenda dell’alluvione del novembre 2011 che provocò sei vittime e gravi danni alla città anche per il disastro dei rivi della Valbisagno chiude un’epoca e un modo di trattare eventi meteorologici simili.
L’ex sindaco Marta Vincenzi, su richiesta di patteggiamento, ha avuto tre anni di reclusione e così, in varia misura, ci sono state riduzione delle pene per gli altri amministratori politici e tecnici coinvolti nel procedimento. La condanna conclude il dibattito sulle responsabilità dirette e indirette, ma evita (e alla fin dei conti è giusto così) il carcere per i responsabili.
Ma a questo punto merita una riflessione quello che è cambiato nel giro di meno di dieci anni. L’alluvione del novembre 2011 è forse l’ultimo episodio che vede esposti politici e tecnici. Da allora, dopo la dura azione della magistratura, i funzionari della protezione civile e i responsabili politici di regioni e comuni hanno applicato alla lettera le norme in questione. Annunciano le allerte – gialla, arancione e rossa – con la massima rigidità e dispongono tutti i provvedimenti di prescrizione e di prevenzione, dalla chiusura delle scuole ai pubblici uffici, alla riduzione dei servizi di trasporto.
In parole povere prevengono qualunque intervento da parte della magistratura per evitare denunce ed eventuali inchieste. E questo anche se poi la condizione meteorologica non si manifesta in maniera troppo grave, con eventuali “mugugni” da parte della cittadinanza. Può darsi che l’applicazione della normativa sia eccessiva ma, alla fin dei conti, dalla data del dramma di Genova non ci sono state più inchieste né denunce.
In questo senso è cambiato un costume pubblico. Prima del caso drammatico del 2011 – e non solo a Genova – la pubblica amministrazione era esitante ad applicare norme severe sulle città e sui territori nel caso di piogge eccessive con rischi di esondazioni ed altri drammi. La stessa Marta Vincenzi aveva ricevuto proteste di famiglie messe in difficoltà dalla chiusura delle scuole. E questo spiega l’ondeggiamento dei comportamenti delle pubbliche amministrazioni.
Il problema è adesso superato dai comportamenti dei pubblici amministratori che vogliono evitare grane con la giustizia che sovente, nei confronti dei politici, ha la mano pesante. Ma ormai le nuove regole di comportamento sono consolidate. Alla prima goccia d’acqua, tutti a casa, armati di pazienza.
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