Omicidio ex pentito di Chiavari, arrestato un edile, incastrato dalle telecamere
di Redazione
2 min, 7 sec
E'Sergio Tiscornia,50 anni, avrebbe agito perchè invaghito della ex compagna e socia della vittima
Incastrato dalle immagini delle telecamere che lo hanno ripreso sul luogo del delitto e dal guanto di paraffina che ha permesso di accertare che aveva usato un'arma da fuoco. Il presunto assassino dell’ex collaboratore di giustizia Orazio Pino, ucciso a Chiavari il 23 aprile dell'anno scorso, è stato arrestato all'alba dagli agenti della squadra mobile di Genova eseguendo un'ordinanza di custodia cautela.
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Si tratta di Sergio Tiscornia, 50 anni, muratore incensurato di Ne, nell'entroterra di Chiavari, sino ad ieri una persona perbene stimata da tutti. Per gli investigatori avrebbe ucciso Pino perchè invaghito dell'ex compagna con cui la vittima era in lite da sempre anche in sede giudiziaria. Indagata dalla polizia anche l'ex compaga colombiana, la donna fatale, che aveva accompagnato in auto l'assassino nel parcheggio dove si è consumato il delitto, anche se pare fosse ignara delle sue intenzioni. Su questo le indagini non sono però ancora concluse.
L'arrestato avrebbe ucciso Pino perchè sapeva che lui era una delle fonti di pensieri per la donna di cui era invaghito. Ma fra i moventi ci sarebbero anche aspetti economici.
Pino era stato freddato con un colpo di pistola alla testa in un parcheggio di più piani di un supermercato del centro di Chiavari.
Il giorno dell'omicidio, hanno spiegato gli investigatori, il presunto assassino avrebbe posteggiato il suo mezzo da lavoro in un posteggio a Cogorno, vicino a Chiavari, dove ad aspettarlo c'era una sua amica che lo avrebbe accompagnato fino al silos di Chiavari senza sospettare nulla. Tiscornia si sarebbe nascosto nel piano del silos dove Orazio era solito parcheggiare il suo suv Merdeces e, tra le 20.20 e le 20.30, lo avrebbe ucciso con un colpo di pistola alla testa. Poi si sarebbe fatto riaccompagnare dall'amica a Cogorno dove avrebbe ripreso il furgone e sarebbe tornato a casa. Sull'auto della donna la polizia scientifica di Genova e di Roma hanno trovato tracce di polvere da sparo e l'impronta di una scarpa da lavoro lasciata anche sul luogo del delitto. L'operaio avrebbe usato schede telefoniche intestate a persone ignare per non essere scoperto. Nel corso dell'inchiesta è stato fondamentale anche l'aiuto dell'associazione sordomuti. Dentro una gioielleria della sua fidanzata, Tiscornia parla con il fratello della donna e gli dice che ha usato un solo colpo di pistola. Per ricostruire la frase è stato analizzato il labiale dai membri dell'associazione. I movimenti dell'operaio sono stati ricostruiti attraverso l' analisi minuziosa delle telecamere. "Ancora una volta - ha sottolineato il procuratore capo di Genova Francesco Cozzi - è stata dimostrata la formidabile utilità dei sistemi di videosorveglianza".
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