Giochi Paralimpici al via, il sindaco tetraplegico ex ciclista: "Fantastici, ma quella non è la normalità"

di Gilberto Volpara

2 min, 12 sec

La visione sui Giochi al via del primo cittadino di Isola del Cantone in carrozzina da sette anni

Giochi Paralimpici al via, il sindaco tetraplegico ex ciclista: "Fantastici, ma quella non è la normalità"

I Giochi Paralimpici di Parigi scattano con centinaia di atleti provenienti da tutto il mondo pronti a sfidarsi in una molteplicità di discipline fino al prossimo 8 settembre.

 

A Isola del Cantone, paese di Vallescrivia che segna il confine tra Liguria e Piemonte, dallo scorso giugno, c'è un sindaco tetraplegico. La storia è quella di Gian Luca Campora, ex ciclista innamorato dello sport, oggi in sedia a rotelle da 7 anni a causa di un gravissimo incidente rimediato proprio in sella alla sua bicicletta.

 

Tipo diretto senza fronzoli, uno che non si è fatto problemi a definire retorica e fastidiosa la canzone di Vecchioni e Guccini sulla disabilità: "Ti insegnerò a volare? Immaginate d'ascoltarla alla fermata dell'autobus, dopo che passa il terzo bus di fila senza la rampa d'accesso per i disabili. Dateci gli strumenti che a volare ci pensiamo noi senza carezze pietose o giornate della disabilità seguite da altre 364 di indifferenza". 

 

Quale è il suo giudizio sulle Paralimpiadi al via?

"Qualcosa di fantastico, atleti unici. Seguivo questi Giochi, con interesse, anche prima di rimanere in carrozzina. Dobbiamo solo stare attenti, però, a non farla passare come normalità".

In che senso?

"Quelli che vedremo nei prossimi giorni in tv, a Parigi, sono fenomeni esattamente come Jacobs. Ecco, uno come Bortuzzo era un nuotatore eccezionale prima e lo è altrettanto adesso in un'altra condizione". 

Lo sport segna davvero la motivazione di una ripartenza?

"Dipende, nel mio caso no. Credo posso rappresentare una delle strade di rinascita, non l'unica. Io, per esempio, ero dipendente dalla bicicletta 7 giorni su 7. Sinceramente, se avessi voluto avrei trovato le modalità per fare sport anche in carrozzina. Non lo faccio e non mi manca. Quando voglio fare sport, spingo la carrozzina".

E' un rifiuto?

"No. Voglio dire che con il tempo, e non subito, va trovata la nuova strada. Questa può arrivare dallo sport o da altri interessi. Per esempio, oggi, io faccio il sindaco, una cosa a cui mai avrei pensato. Più brutalmente, quando succede un evento del genere, non sei più lo stesso, va messa una pietra sopra al passato e devi rinascere trovandoti una motivazione per svegliarti ogni mattina". 

Da cosa è più colpito dei Giochi?

"Oltre alla straordinarietà degli atleti, mi ha sempre creato curiosità la classifica del medagliere. Se è vero che questa manifestazione dovrebbe esprimere il grado di civiltà dei singoli paesi, non mi sono mai dato una spiegazione sui motivi che consentano a paesi giudicati non propriamente in prima fila sui diritti, posizioni di vertice immediamente successive alle potenze internazionali".