Pnrr: 89 miliardi di euro per rilanciare la Liguria
di Marco Garibaldi
Veirana "Serve un nuovo modello di sviluppo che garantisca coesione sociale cambiando il welfare. La Regione apra un confronto con sindacati, imprese, università ed enti locali"
Dal 2015 a oggi la Liguria ha perso più di 62 mila abitanti , un giovane su cinque non studia e non lavora e ogni anno almeno mille persone tra i 18 i 39 anni lasciano la Liguria.
“Non si può perdere il treno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – ha spiegato Fulvia Veirana , segretaria generale Cgil Liguria durante il convegno “Verso una transizione sociale . Quale sviluppo per il futuro della Liguria”- Serve una nuova transizione sociale, un nuovo modello di sviluppo che sappia garantire coesione sociale cambiando anche il modello di welfare“.
Da qui alcune proposte che possono e devono tradursi nella costruzione di un Patto per lo Sviluppo per orientare la comunità a preparare i progetti per utilizzare al meglio gli 89 miliardi destinati ai piani locali. “È necessario che la Regione apra velocemente un confronto con sindacati, imprese, università, enti di ricerca e comuni - continua Veirana - serve coesione per disegnare un nuovo modello di sviluppo per il futuro”.
Bisogna immaginare una regione che faccia dell’equilibrio ambientale di sistema il metro di misura per far convivere le diverse potenzialità del nostro territorio. “Dobbiamo sollecitare la progettazione del futuro - ha ribadito la segretaria regionale Cgil- lavoro di qualità, filiere produttive solide, welfare generativo, aumento del benessere attraverso l’innalzamento della qualità delle politiche sociali, della sanità, della formazione e della vita nelle città”.
In particolare per rilanciare la vocazione industriale del nostro territorio e per elaborare strategie compatibili all’agenda 2030 non si può che partire dal tema dell’energia
“La Liguria ha tutte le carte in regola per fare un grande investimento nelle rinnovabili- ha spiegato Fulvia Veirana- Trasformando il processo di decarbonizzazione in un’occasione di sviluppo. Possiamo diventare un vero e proprio laboratorio, creare delle Hydrogen Valley per utilizzare l’energia prodotta dall’idrogeno in settori ad alta intensità“ .
L’evoluzione dei porti dovrà essere protagonista della rivoluzione verde: I “green ports”, attraverso l’elettrificazione delle banchine andranno promossi e pianificati attraverso progetti specifici
Il freno dello sviluppo industriale nella nostra regione, inoltre, è legato alla capacità del territorio di attrarre nuove attività realizzando un ambiente favorevole con un’adeguata offerta di servizi pubblici.
“E poi bisogna lavorare a un vero welfare inclusivo a partire dagli asilo nido. Qui in Liguria solo 28 bambini su 100 hanno un posto al nido e la metà di questi si affidano a un servizio privato- conclude la segretaria regionale - Spero che il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani accetti un confronto tra sei mesi per fare il punto come qui in Liguria riusciremo ad agganciare al treno nazionale ed europeo”.
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