Spinelli:”Serve la diga foranea per il futuro del porto e di Genova”
di Antonella Ginocchio
L'appello ai microfoni di Telenord, insieme e all'invito a superare la psicosi coronavirus
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Aldo Spinelli, imprenditore simbolo della portualità genovese, non ha dubbi: “E' necessaria, al più presto, la realizzazione della nuova diga foranea”,dice, ribadendo che in in ballo ci sono “Il futuro del porto e della città stessa che ha bisogno di lavoro”. Ai microfoni di Telenord l'operatore ribadisce che bisogna fare presto, non c'è da tempo da perdere: occorre arrivare in tempi stretti ad appaltare i lavori. In caso contrario tra qualche anno si rischia di perdere gran parte dei traffici. La diga – spiega – consentirebbe l'arrivo di navi più grandi, che ora non possono attraccare.
E per questo lancia un appello ad Autorità Portuale e a tutti gli altri enti competenti in materia. L'importante , ribadisce, è non perdere tempo in inutili lungaggini burocratiche. E allora cita come esempio il lavoro che sta svolgendo il sindaco Marco Bucci nella realizzazione del nuovo Ponte Morandi, che procede spedita.
Spinelli ribadisce che il porto di fatto rappresenta la principale attività produttiva genovese, impiegando sessantamila addetti, tra dipendenti diretti e quelli dell'indotto.
Ma la diga – dice - non è l'unica priorità. C' è da attuare – puntualizza - il piano ferroviario portuale. E a questo bisogna aggiungere, come priorità assoluta, il miglioramento delle condizioni autostradali, che l'imprenditore non esita a definire disastrose.
Se si verificheranno queste condizioni, secondo Spinelli nell'arco di 5 anni si può arrivare a raddoppiare i traffici dello scalo genovese che, intanto, deve vedersela anche con l'emergenza coronavirus. Ma su questo punto Spinelli aggiunge una nota positiva: “Sono ripartiti i traffici dalla Cina – dice - e questo fa ben sperare”. L'imprenditore aggiunge che la crisi legata all'influenza cinese nel porto si avvertirà nei mesi di aprile e maggio, come conseguenza di quanto accaduto nelle scorse settimane, Ma, a suo avviso la crisi può essere fronteggiata. “Bisogna lavorare: non dobbiamo fermare l'Italia – afferma - La vita deve tornare ad essere normale. I porto non si è mai fermato, pur con tutti gli accorgimenti necessari”.
Intanto, proprio in questi giorni,Spinelli si è misurato anche con la vicenda dell'Autoparco di Campi, di sua proprietà, e dell'ipotizzato trasferimento a Villa Bombrini, per consentire la realizzazione del deposito Amazon. Il Consiglio comunale ha approvato la delibera,tra le proteste dell'opposizione. Ma Spinelli ha ancora una volta sorpreso tutti, decidendo di non spostare i tir in quell'area per lasciarla ai genovesi. “Si troveranno altre soluzioni”, dice, spiegando che il progetto Amazon verrà così realizzato in diversi step e in qualche modo ridimensionato, a discapito dei tempi di realizzazione e del numero degli addetti che andrà ad impiegare quell'azienda. Così Spinelli ha deciso che al momento la maggioranza dei camion potrà restare nell'autoparco, ad eccezione di una quarantina che andrà nell'autoparco di Autorità Portuale, vicino all'aeroporto. “Dispiace perché Amazon rappresenta una importante prospettiva occupazionale, che si ridimensiona, e perché se avessimo avuto le aree di villa Bombrini, peraltro inutilizzate da molti anni e che rischiano di restare così a lungo, nelle casse del Comune sarebbero entrati settantamila euro al mese”. Per il futuro si individueranno altre aeree. Spinelli non si perde certo d'animo e, a proposito di aree, è contento anche di aver in qualche modo contribuito anche alla realizzazione del nuovo ponte di Genova, mettendo a disposizione una fetta dei terreni di Campi.
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