Toti ai domiciliari, ministro Salvini: “Dimettersi sarebbe una resa”
di Carlotta Nicoletti
"Non commento la tempistica. Sicuramente, se un'inchiesta è durata quattro anni avranno avuto i loro motivi per chiuderla adesso"
Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, difende il presidente Giovanni Toti. "Sarebbe conveniente dimettersi e difendersi meglio? Non sono in condizione - dice il leader della Lega, in margine all'inaugurazione di Transpotec a Milano - di suggerire niente a Giovanni che ritengo un ottimo amministratore e io ritengo che in Italia e in tutti i paesi civili per definire colpevole una persona si devono superare tre gradi giudiziari, non basta un’indagine e non basta un’inchiesta. Lo invito a dimostrare che ha lavorato correttamente e spero che i giudici gli diano velocemente la possibilità di farlo".
"Dimettersi sarebbe una resa dal mio punto di vista, perché un domani qualsiasi inchiesta o avviso di garanzia e rinvio a giudizio comporterebbe le dimissioni di un sindaco... quanti sindaci in passato anche in Lombardia, ricordo il sindaco di Lodi del pd, quanti sindaci si dovettero dimettere per inchieste e indagini e poi furono assolti? Tanti saluti arrivederci e grazie".
"Non mi interessa commentare la tempistica, se è tranquillo come dice e se si ritiene un buon governatore, cosa di cui sono convinto, lo dimostrerà. Quindi dal mio punto di vista non si deve dimettere. Non commento la tempistica. Sicuramente, se un'inchiesta è durata quattro anni avranno avuto i loro motivi per chiuderla adesso. Però non commento".
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