Vaccini, Pontali a Telenord: "Green pass strumento valido per proteggere tutti"
di Antonella Ginocchio
Il direttore malattie infettive dell'Ospedale Galliera: "Se la campagna vaccinale continuerà, l'autunno potrà essere un po' più sereno"
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Continua a tenere banco il tema di vaccini e green pass, con il certificato verde che a partire dal 15 ottobre sarà allargato a tutti i lavoratori pubblici e privati. Ne abbiamo parlato con Emanuele Pontali, direttore del reparto di malattie infettive all'Ospedale Galliera di Genova: "Il green pass è uno strumento che ha dimostrato la sua validità nei paesi in cui è stato adottato, è un modo per spingerci a rispettare anche gli altri, perchè alcune posizioni sul green pass sono state prese in nome di principi di libertà individuale che si vanno a scontrare con i principi della protezione delle persone più fragili all'interno di una società. C'è chi non potrà vaccinarsi oppure avrà una vaccinazione meno efficace per età o per motivi di salute, allora è nostro dovere tutelare anche queste persone per ridurre al massimo la circolazione del virus. Il green pass è una limitazione della nostra libertà, ma d'altronde non possiamo neanche andare in motorino senza casco. Viola la mia libertà di farmi del male, ma devo proteggere anche gli altri all'interno della società. Il dovere del governo è tutelare tutti, soprattutto i più fragili".
Pontali ha proseguito, analizzando il momento attuale all'Ospedale Galliera dal punto di vista dei contagi: "La situazione è ancora abbastanza impegnativa, abbiamo un reparto Covid pressochè pieno, ma fortunatamente rispetto all'anno scorso non abbiamo altri reparti coinvolti. I numeri per noi sono abbastanza elevati, abbiamo tutt'ora oltre 20 pazienti Covid ricoverati presso il nostro ospedale. Alcuni con quadri gravi, un paio in rianimazione, mentre molti rispondono alle terapie impostate. La stragrande maggioranza sono non vaccinati. Noi sappiamo già in partenza che non esiste un vaccino che protegge al 100%, però abbiamo visto che c'è una differenza drammatica soprattutto nelle persone sopra i 65 anni tra essere vaccinati e non esserlo. Prima delle vaccinazioni, gli ospedali si riempivano di persone oltre i 65 anni con quadri gravi e mortalità elevata, ora l'età media è molto scesa, la maggior parte degli anziani sono non vaccinati e nel conto c'è qualcuno che non ha risposto alla vaccinazione, però la mortalità è enormemente calata rispetto agli ultimi 18 mesi. In terapia intensiva al momento abbiamo solo non vaccinati, recentemente abbiamo avuto anche un decesso di una persona relativamente giovane. Chi è vaccinato ha certamente sintomi più lievi e anche chi presenta sintomi più importanti, spesso li risolve più rapidamente. E' molto più difficile avere bisogno di un ricovero ospedaliero, il vaccino ha cambiato il decorso della malattia nelle persone a rischio".
Il direttore del reparto di malattie infettive dell'Ospedale Galliera ha parlato poi del tema della terza dose di vaccino: "La priorità è stata data alle categorie più fragili, che hanno maggiore probabilità di avere una protezione breve o insufficiente da parte del vaccino. La terza dose non è sorprendente, chiunque abbia a che fare con dei bambini piccoli sa quante volte debba essere fatto il richiamo di una vaccinazione per mantenere una buona risposta nel tempo. L'antitetanica ad esempio richiede un richiamo ogni 10 anni per tutta la nostra vita. Una terza dose per una malattia grave come questa non ci deve sorprendere, anzi ci deve rassicurare il fatto che sia prevista per rafforzare il nostro sistema immunitario. Teoricamente dovrebbe essere previsto per tutti. Ci sono paesi che iniziano prima di noi, sicuramente verrà fatta per persone a rischio in tempi ravvicinati rispetto alle precedenti somministrazioni. Piano piano dopo 6 mesi dalla seconda dose, anche le altre persone verranno coinvolte, compresi noi sanitari".
Infine, una previsione su cosa dovremo aspettarci dal prossimo autunno: "E' una domanda da più di un milione di dollari. Come l'autunno scorso andremo a chiuderci di più all'interno degli spazi e sappiamo che in quelle zone, la variante Delta è ancora più micidiale nella sua trasmissione. Dovremo stare molto attenti a mantenere tutte le precauzioni, dal green pass al lavaggio delle mani, all'uso delle mascherine. Anche se siamo stanchi, è l'unico modo che abbiamo per contrastare questa infezione. Ci possiamo aspettare anche un piccolo rialzo dei casi, ma tutto dipenderà dall'andamento della vaccinazione. Ci potrà essere un po' di autunno caldo, ma se la campagna vaccinale riparte a spron battuto potremo essere un po' più sereni".
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