Blocco licenziamenti, Mondini: "Il nuovo governo lo toglierà". Insorgono i sindacati
di Marco Innocenti
Maestripieri (Cisl): "Non è ancora il momento". Ghini (Uil): "Parole che alzano la febbre sociale". Magni (Cgil): "Dichiarazioni che ci stupiscono"
"Credo che il nuovo governo lavorerà a togliere il blocco dei licenziamenti che scade il 31 marzo, mantenendolo magari per qualche settore, come il mondo dello spettacolo e gran parte del turismo, in particolare quello congressuale. Per il resto crediamo sia giusto che eliminare il blocco dei licenziamenti perché alcune aziende devono riorganizzarsi, è inevitabile". Così il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini a margine della conferenza stampa di presentazione dei dati sull'andamento dell'economia genovese, spiegando che licenziamenti ci saranno, ma "se la liberalizzazione sarà esclusivamente per i settori in mano all'industria manifatturiera ci saranno sicuramente delle riorganizzazioni ma non sarà certo una "macelleria sociale", come qualcuno l'ha voluta definire".
"Nessuno ha la bacchetta magica ma non crediamo a effetti drammatici - ha aggiunto Mondini - anche perché non vedo il motivo per cui debbano esserci licenziamenti di massa nell'industria manifatturiera dove c'è gran parte dell'occupazione, visto che ha fatturato e sta tenendo la produzione industriale. Tante imprese dovranno cambiare molte cose al loro interno, ci sarà un po' di riorganizzazione e potrà comportare cambiamenti del personale, magari ci sarà una fase di turning dove fra un licenziamento e un'assunzione di nuove figure professionali potrà esserci non contemporaneità, ma sono convinto che si tratterà di un periodo di pochi mesi. Se ci saranno riorganizzazioni é perché saranno figlie poi di assunzioni di nuove professionalità più consone a percorsi che certi tipi di imprese oggi devono seguire".
"Abbiamo già visto che dove non esiste il blocco dei licenziamenti, soprattutto per certi contratti, quelli a tempo determinato, ci sono stati tantissimi licenziamenti, ma ha anche dato una mano il decreto dignità perché ha tolto flessibilità sui contratti di lavoro che invece avrebbe magari aiutato alcune imprese a non prendere certe decisioni".
Immediata la risposta dei sindacati: "Leggiamo che il presidente di Confindustria Genova Giovanni Mondini chiede che non venga rinnovato il blocco dei licenziamenti che scade a fine marzo - scrive Luca Maestripieri, segretario generale di Cisl Liguria - Lo propone anche in maniera selettiva, magari con lo sblocco solo nel settore manifatturiero. Noi diciamo che non è ancora il momento e che lo sblocco selettivo darebbe un segnale contraddittorio e ambiguo al paese ancora in piena pandemia e senza che se ne possano traguardare gli sviluppi né prevedere la fine”.
“Siamo lieti di apprendere da Mondini che il manifatturiero in Liguria va così bene da indurre Confindustria a chiedere lo stop alle misure nazionali per sostenere i lavoratori - prosegue Mestripieri - Prendiamo atto che Mondini prevede che 'non sarà una macelleria': parole importanti, ne prendiamo atto. A noi risultano, invece, molti casi di piccole e medie imprese manifatturiere che sono fortemente in difficoltà. Per questo chiediamo che, insieme ai ristori, siano prorogati anche il blocco dei licenziamenti e la cassa Covid”.
"Abbiamo letto con rammarico le esternazioni di Mondini - dichiara Mario Ghini, segretario generale di Uil Liguria - È solo di qualche giorno fa la notizia giunta dall'Istat sui dati in picchiata dell'occupazione. L'effetto pandemia si sta abbattendo con ferocia su donne e giovani che sono i soggetti che hanno i contratti più instabili. Vogliamo immettere sul mercato del lavoro ancora altri lavoratori senza futuro? Vogliamo davvero far alzare la febbre sociale? La Uil non ci sta ed è pronta a provarlo. Piuttosto servono politiche attive e il recupero del gap occupazionale di genere con investimenti in servizi materiali. Una crisi economica peggiorata dalla pandemia ha ancora bisogno del blocco dei licenziamenti e della cassa covid, auspichiamo che Draghi riesca a formare un governo che possa circoscrivere quello che può diventare una vero e proprio disastro sociale. Per quanto riguarda le parole di Mondini - conclude Ghini - ci aspettiamo un cambio di rotta, volto alla tutela di tutti i lavoratori che in questi duri mesi hanno potuto tirare avanti con la prospettiva di ricominciare a rimettersi in gioco".
Analoga la presa di posizione anche di Igor Magni, segretario generale Cgil Genova: "Ho letto con stupore quelle dichiarazioni - dice Magni - E’ la stessa Confindustria ad aver illustrato alla stampa una situazione economica in pesante affanno con diverse luci e molte ombre. Cgil conosce sin troppo bene gli effetti delle riorganizzazioni aziendali prospettate dal presidente Mondini, e ancor meglio le conoscono le migliaia di lavoratrici e lavoratori che in questi anni hanno pagato un prezzo pesantissimo alla crisi economica, ora peggiorata dalla pandemia e ai quali vanno date certezze per il futuro. I dati Istat dicono che, a livello nazionale, nel 2020 abbiamo perso 440 mila posti di lavoro e dietro ad ognuno di essi ci sono persone in carne ed ossa. Per questi motivi Cgil individua nel blocco dei licenziamenti e nella cassa covid un argine a quella che può diventare una vera e propria Caporetto del lavoro e, in attesa di una complessiva riforma degli ammortizzatori sociali, continuerà ad operare per la tutela di lavoratrici e lavoratori e a sostegno delle loro famiglie che dal lavoro traggono sostentamento".
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